Roma, 28 giugno, Sala dell’Hotel Nazionale, Piazza Mintecitorio. Dietro al tavolo degli oratori, una grande immagine con il titolo dell’ incontro dedicato alla presentazione del prossimo programma di Dialopp (dialogo fra cristiani e sinistra). E, accanto alla scritta, l’immagine di papa Francesco che stringe le mani di Alexis Tsipras, una foto scattata nel 2014. Si tratta dell’udienza in cui il Pontefice accolse il presidente di Syriza che l’anno seguente diventerà primo ministro della Grecia, accompagnato da chi potremmo definire i due fondatori di quello che diventerà, con il battesimo papale, Dialopp: due austriaci, Franz Kronief, architetto e militante del movimento dei Focolarini, e Walter Bayer, presidente di Transform Europa, la fondazione che fa capo alla rete della sinistra europea (ed ex segretario del Pc austriaco). Presente anche mons. Zani, segretario della Congregazione per l’istruzione del Vaticano.

Il progetto, che da quella udienza prende le mosse, parte dalla consapevolezza che nel momento in cui è in gioco la stessa sopravvivenza dell’umanità e il futuro della Terra, «nessuna forza – sono le parole di Francesco – possa farcela da sola». Serve «trasversalità», in ogni azione.

Da allora – come racconta Luisa Sello, instancabile animatrice del dialogo, anche lei a Vienna nel centro dei Focolarini di quel paese- molte altra tappe, fino a quella che dà vita a una prima strutturazione del nuovo movimento, nel 2017 a Castel Gandolfo, ospiti del Papa. Partecipanti 6 -7 cristiani e altrettanti marxisti europei. È lì che si decide di sperimentare una summerschool, con studenti (ce ne saranno 54 di 19 paesi diversi) e «docenti» designati da ambo le parti. Si terrà nel settembre 2018 nell’isola di Syros, nella sede, offerta dalla Grecia, dell’Università dell’Egeo. 4 i temi, ognuno affrontato da relatori delle due parti: Dialogo,Democrazia, Beni comuni, Europa. Una settimana intera di intenso confronto; e di nuove amicizie.

Ad illustrare martedì a Roma il nuovo documento tre moderatori che hanno animato una serie di tavole rotonde:Giulio Meazzini, di Città Nuova,Luca Attanasio, del giornale Domani, Iole Mucciacconi, da tempo funzionaria del Consiglio dei Ministri, che hanno interrogato alcuni dei protagonisti di Dialopp: Cornelia Hildebrandt, Fondazione Rosa Luxemburg e vicepresidente di Trasform Europa; Luciana Castellina; Danila Rapolato, dell’istituto unversitario Sophia dei Focolarini, e un suo docente, Behr Kolloabout.
In sintesi, il Documento parte dalla presa d’atto che i partecipanti appartengono a due monti da 200 anni in gran parte antagonisti sulla scena pubblica, e su certe questioni ancora distanti ma che avvertono oggi «un bisogno e un desiderio esistenziale di trasformazione radicale delle relazioni con la natura e di quelle fra gli esseri umani», di «una trasformazione che è stata trascurata alla fine della guerra fredda,nell’89/90»; che «osservare il comandamento «non uccidere» vuol dire oggi dirlo anche ad una economia di esclusione e di diseguaglianza»;che senza una grande trasformazione non ci sarà né pace duratura né giustizia».

Consapevoli che sono le «relazioni economiche, politiche, culturali e internazionali a generare empie tendenze distruttive e che occorre dunque porre fine al lusso osceno e la mostruosa concentrazione della proprietà, del potere e della ricchezza, così come a una cultura imperialista, razzista, patriarcale» – prosegue il documento – occorre mobilitarsi per dire molti No . «È il difficile cammino della resistenza non violenta, che però include la costante disobbedienza civile. L’opzione preferenziale della Chiesa per i poveri è sicuramente più in linea con le rivendicazioni della sinistra in favore dei poveri e degli oppressi piuttosto che con la filosofia del non intervento del neoliberismo».

Il documento termina riconoscendo che anche se non si è d’accordo su tutto questo non impedisce di iniziare un dialogo, l’importante, come più volte detto da Papa Francesco, è avviare un processo, giacché nessuno ha il monopolio della verità».
La frase forse più significativa di Dialopp – che sta già organizzandosi per tenere un’altra summerschool, questa volta in Italia – è «consenso differenziato». Che vuol dire appunto questo: si può lottare insieme anche se non su tutto siamo dì’accordo».