La campagna elettorale per le comunali è agli sgoccioli. Il candidato di centrosinistra a Napoli, Gaetano Manfredi, è il simbolo dell’alleanza Pd-5S in vista delle politiche. L’ex premier Giuseppe Conte (di cui Manfredi è stato ministro dell’Università) è arrivato in città a più riprese e tornerà per chiudere la campagna elettorale, la sfida è diventata chi avrà più voti tra i dem e i pentastellati. Il Pd ha portato in città il segretario Enrico Letta, Art1 ha schierato Pierluigi Bersani e Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Tutti a spasso tra vicoli e botteghe per cercare la vittoria al primo turno.

Manfredi, De Luca è intervenuto in campagna elettorale indossando i panni del governatore – sindaco. Immagina progetti a Napoli est, sul modello del Crescent salernitano, e un nuovo polo pediatrico a Ponticelli.
La realizzazione di una Porta est e il polo pediatrico (un Ircc cioè un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico con tecnologie all’avanguardia) sono due progetti di cui Napoli ha bisogno. Le decisioni finali spettano al consiglio comunale e al sindaco perché richiedono autorizzazioni urbanistiche, interventi infrastrutturali. Ci sarà una collaborazione per sviluppare le soluzioni migliori. Le cose si fanno insieme.

Il ministro Franceschini è venuto in città e ha promesso un festival internazionale della musica. Non è detto che la capacità di spesa coincida con lo sviluppo della cultura, anzi abbiamo già visto come si sia tradotta nella sola capacità di spesa.
È importante che si creino eventi interazioni perché sono dei grandi attrattori di cui la città ha bisogno ma dobbiamo impegnarci a curare le produzioni indipendenti e lo sviluppo della creatività, sia nella musica che nel teatro. L’importante è verificare come si sviluppano questi progetti.

Nella coalizione ci sono molte liste di centro fino a candidati destra. Come sarà possibile sfuggire ai veti incrociati?
La maggioranza è ampia ma coesa, l’obiettivo comune è ben governare la città. Riusciremo a mettere insieme una giunta di alto profilo per affrontare la complessità delle sfide che abbiamo davanti.

Scuola, la Campania ha avuto il 200% di finanziamenti in più per investimenti nella fascia 0-6 anni, un dato che fotografa l’enorme divario con il Nord del paese.
I maggiori investimenti nella scuola sono un tema fondamentale, soprattutto nella fascia dell’infanzia ma non solo. Però non basta: abbiamo bisogno, allo stesso tempo, di spesa corrente, un tema che ho già sollevato a livello di governo. Ci vuole spesa corrente perché gli investimenti funzionino. Soprattutto, serve un intervento straordinario nel Mezzogiorno per sostenere l’educazione, non solo a Napoli o in Campania. Il divario che c’è oggi è inaccettabile e se volgiamo costruire il futuro dobbiamo partire dall’educazione dei giovani.

La vertenza Whirlpool presenta una novità. Il Mise ha proposto di convertire il sito in un polo della mobilità sostenibile, in linea con il Pnrr. Veniamo da anni in cui tutto quello che aveva futuro è stato tolto al Sud e spostato al Nord. Con un governo a trazione nordista si può ragionare per portare produzioni nel Mezzogiorno?
Sono in contatto costante con Alessandra Todde (viceministro 5S ndr), ha molto a cuore i temi del lavoro, dell’innovazione e del Mezzogiorno. Per Whirlpool ha seguito una strada che condivido: puntare sul futuro. Gli ingredienti sono quelli giusti, dobbiamo lavorare perché il piano si concretizzi. Dobbiamo riportate innovazione e industria di avanguardia al Sud e non smantellarla. Soprattutto in questa fase in cui c’è la transizione digitale e quella energetica. Dobbiamo puntare sulle nuove frontiere dell’automobile e dell’aerospazio, difendere il lavoro di qualità ed evitare che il Mezzogiorno sia penalizzato.

Investimenti importanti sono stati fatti a sud di Roma ma lo sviluppo non si è mai accompagnato all’uscita dalla povertà di ampie fasce sociali.
Napoli può essere il laboratorio di uno sviluppo che riduca i divari. Le scelte dovranno tenere conto di questo, delle clausole sociali e della formazione per massimizzare le ricadute sul territorio.

Dieci anni a Palazzo San Giacomo per Iervolino, dieci per de Magistris. Cosa non ha funzionato?
Ci vuole una grande riorganizzazione amministrativa e delle società partecipate: Napoli è una città complessa, la macchina deve essere all’altezza della sfida, con noi ci sono le forze progressiste accomunate da un progetto che guarda avanti. E poi ci vuole una visione che sia in grado di affrontare i problemi del quotidiano ma anche di immaginare dove la città debba andare, un progetto che si mantenga nel tempo. Ci sono state troppe iniziative frammentarie rispetto alle grandi scelte che hanno fatto le maggiori città europee. Credo che questo sia stato il limite, dobbiamo dare una risposta diversa.