Chiudere la Sapienza agli studenti e ai lavoratori, fargli pagare un biglietto di ingresso, affittare lo spazio pubblico di un’università a una fiera dell’innovazione tecnologica come la Maker Faire e poi assistere a una violenta carica della polizia che ha fatto dieci feriti tra gli studenti che protestavano pacificamente. L’arresto di quattro studenti tra i 20 e 25 anni, attualmente detenuti a Regina Coeli, mentre un’altro è indagato a piede libero, completa il bilancio paranoico e securitario che ha accompagnato la seconda festosa giornata della Maker Faire all’interno dell’università Sapienza di Roma.

*** Maker Faire, La polizia carica gli studenti della Sapienza ***

Il giorno dopo della repressione del dissenso e della critica registra dure reazioni dal lato sindacale e da quello delle organizzazioni studentesche romane. Eugenio Ghignoni, segretario regionale del Lazio della Flc-Cgil condanna l’«ingiustificato intervento delle forze dell’ordine che ha portato anche a un giorno di ferie forzate per il personale e a due giorni di blocco di tutte le attività dell’ateneo. Surreale appare la decisione di far pagare un biglietto a lavoratori e studenti dell’ateneo, recingendo di fatto uno spazio pubblico».

Ciò che è interessante nella dichiarazione del sindacalista, rilasciata al teatro Ambra Jovinelli dove ieri era in corso l’assemblea «Miseria Ladra» con Don Ciotti e Maurizio Landini della Fiom, è che la decisione di chiudere la Sapienza è stata presa «in un modo non concordato con il sindacato e ha paralizzato l’intera attività dell’ateneo». Un problema in più per la governance dell’ateneo che ha scelto di non interloquire con gli studenti che criticavano questa scelta, esponendoli a una repressione che ha negato «la libertà di manifestare nella città e nell’università». «Questa è una ferita per la democrazia in questo paese» ha detto Marco, studente di Scienze Politiche, ferito alla testa da una manganellata, intervenuto dal palco dell’Ambra Jovinelli accanto a Landini.

La chiusura dell’ateneo e il biglietto a pagamento sono state definite dagli studenti di Link Roma, rappresentanti nel senato accademico della Sapienza, «vergognose premesse» alla «violenza inspiegabile e inaudita» «di un cordone di poliziotti folli». Quella che si è visto alla Maker Faire è «l’apice di una militarizzazione che prosegue da almeno un anno» con sgomberi, denunce «come se fossimo in guerra civile». Per gli studenti è l’anticipazione di quanto accadrà durante il Giubileo durante il quale saranno attribuiti al prefetto Gabrielli «super poteri che comporteranno l’inasprimento ancora più feroce delle misure di polizia». Al rettore Gaudio gli studenti chiedono di «dichiararsi parte civile nella difesa degli studenti mandati ingiustamente a processo». Link si unirà alla protesta contro la repressione lunedì 19 ottobre alla Sapienza. «A Roma la democrazia è sospesa» commenta il sito romano di contro-informazione DinamoPress.

Nella mattinata di ieri si è svolto un presidio di protesta a piazzale Aldo Moro e, nel pomeriggio, un altro in solidarietà con gli studenti arrestati sulle colle del Gianicolo sovrastante l’edificio di Regina Coeli. Gli studenti hanno registrato il silenzio assordante su quanto accaduto venerdì da parte della Sapienza e degli organizzatori della Maker Faire.

*** La storia ***

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