È l’ennesima battaglia della guerra dichiarata dal M5S ai giornalisti, ma è anche una nuova strategia che fa capolino dietro le parole del grillino più in vista, nonché più coinvolto di altri big nelle disgrazie romane, Luigi Di Maio. Il vicepresidente della camera ha annuncia querela contro il giornalista dell’Espresso Emiliano Fittipaldi, che giovedì mentre Virginia Raggi veniva interrogata dai magistrati ha pubblicato sul sito del settimanale la storia della polizza sottoscritta da Salvatore Romeo, ex capo della segreteria di Raggi, che indicava come beneficiaria proprio la sindaca. Di Maio ha fatto il sua annuncio – «non so se anche Virgina presenterà querela ma il Movimento certamente lo farà» – in televisione, nella stessa trasmissione in cui Fittipaldi aveva prospettato la possibilità che dietro quella polizza – di cui Raggi sostiene di non sapere nulla – ci fossero investimenti di terzi sulla candidata grillina o voto di scambio. Ipotesi, ha riconosciuto ieri Fittipaldi replicando a Di Maio, a questo punto cadute ma sulle quali la procura ha indagato.
Oltre all’annuncio di querela – per Grillo, almeno fino a qualche tempo fa, «un’arma da ricchi usata per tappare la bocca» -, Di Maio ha chiamato in causa il presidente dell’ordine dei giornalisti, pretendendo le scuse. Un atteggiamento che indica l’intenzione di uscire dall’angolo. «Basta farci intimidire, ci attaccano perché solo noi possiamo arrivare al 40%», ha detto il deputato, che qualche mese fa ha dovuto spiegare di non aver letto la email in cui veniva informato dell’assessora indagata. Mentre sul blog di Grillo proseguiva il tiro al cronista, stavolta contro Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera. La giornalista domenica ha raccontato come i vertici del M5S romano, Lombardi e Di Vito, fossero già a conoscenza della polizza intestata a Raggi. Un post anonimo sul blog ha definito Sarzanini «confezionatore seriale di menzogne», senza smentire questo aspetto della vicenda, bensì ripetendo che Raggi poteva non sapere.
Il presidente dell’Ordine Iacopino, che già in passato era intervenuto contro un giornale (l’Unità) riconoscendo le ragioni della sindaca, ieri ha raccolto la richiesta di Di Maio. «Ho letto cronache, ricche di particolari e interpretazioni, che nulla hanno a che vedere con la verità documentale», ha scritto, senza fare riferimento ad articoli precisi. Invitato però Di Maio a «non generalizzare».