L’edizione più tormentata della storia di Lucca Comics & Games si è aperta con la visita del vicepremier Antonio Tajani, che ha visitato i vari stand e non ha voluto rinunciare a intervenire sulla questione dei fumettisti che hanno deciso di non partecipare per la questione del patrocinio concesso dall’ambasciata di Israele a Roma. Una questione che aveva cominciato a far discutere i fumettisti dall’inizio della settimana scorsa, per poi arrivare al post di Zerocalcare con l’annuncio della sua assenza, alla quale si sono poi aggiunti altri autori (Fumettibrutti, Alessio Spataro e altri), band musicali (Gli Ultimi, Giancane) e poi anche Amnesty International e la Cgil, che non hanno montato i propri stand.

Ad ogni modo questa edizione si annuncia già come foriera di record: i biglietti venduti sarebbero a quota 280mila. La sera prima dell’apertura della manifestazione, peraltro, attraverso un post sui social degli stessi organizzatori del Lucca Comics hanno fatto sapere che a mancare saranno anche gli autori israeliani Tomer e Asaf Hanuka, che avevano firmato il poster dell’edizione di quest’anno dal quale deriva il coinvolgimento dell’ambasciata israeliana.

«La nostra presenza a Lucca e le nostre attività rischierebbero di essere oggetto di eccessiva attenzione afferente alla questione internazionale – hanno scritto i fratelli Hanuka -, oscurando la dimensione artistica, che invece è stata ed è il centro del nostro percorso con questa manifestazione e il suo gruppo di lavoro. Non ci sentiamo di spostarci da una zona di guerra vera verso una zona di conflitto mediatico. Questo interferirebbe con la felicità di incontrare tanti amici, fan e colleghi. Abbiamo deciso di fare un passo indietro e lasciare che l’arte parli per se stessa». È intervenuto anche l’ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar: «Boicottare Israele, boicottare la cooperazione con la comunità artistica è sbagliato e basta. Non tutti gli artisti israeliani rappresentano necessariamente la posizione di Israele. Per noi la possibilità di continuare un dialogo in campo culturale continua ad essere molto importante».

Tajani ha cercato di proporsi come simbolo della libertà d’espressione: «Sono qui per riaffermare il diritto alla libertà degli artisti – ha detto -, siano essi israeliani palestinesi, russi o ucraini, gli artisti sono artisti. Qui da Lucca parte un messaggio di pace». E poi, ancora: «La cultura e l’arte non possono mai essere politicizzate. La cultura è espressione dell’ingegno umano e non può essere catalogata di destra, sinistra o centro, indipendentemente dalle simpatie dell’artista».