È la prima segretaria socialista della storia 135 dopo la fondazione della Spd, ma anche ultima funzionaria fedele alla “vecchia guardia” invisa a quasi un terzo del partito.

Andrea Nahles, 47 anni (da 20 nella dirigenza Spd) domenica a Wiesbaden è stata eletta presidente dal 66% del delegati del congresso straordinario raccogliendo il secondo peggior risultato di sempre tra i social-democratici. La sua sfidante, la semi-sconosciuta sindaca di Flensburg, Simone Lange, ha raccolto ben il 27% dei consensi sulla base di un programma votato sull’avvio di «una vera svolta». È il sintomo che non si è spento il malessere emerso con l’opposizione alla Groko dei Giovani socialisti, poi confermato al congresso di Bonn con il Sì ai colloqui con la Cdu di appena il 56% dei delegati federali.

Il sondaggio Emind di sabato scorso fotografa l’abisso da cui Nahles deve ripartire: solo il 18% dei tedeschi è ancora disposto a votare Spd in un contesto dove avanzano Linke e Verdi e cala il vento di Fdp e Afd. Per questo, sulla stampa tedesca, Nahles è la «Trümmerfrau» socialista («donna delle macerie» come quelle che ricostruirono Berlino nel 1945) chiamata a riedificare il consenso demolito con le gestioni degli ex-segretari Gabriel e Schulz.