27° GIORNO DALL’APERTURA DELL’INDAGINE PER L’IMPEACHMENT

Bill Taylor, il massimo diplomatico degli Stati Uniti in Ucraina, ha detto nella sua testimonianza agli investigatori che Trump ha trattenuto gli aiuti già stanziati per la sicurezza e ha mantenuto in forse un incontro alla Casa Bianca con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, fino a quando questi non avesse accettato di annunciare pubblicamente che avrebbe indagato sui rivali politici di Trump. Ha così contraddetto l’ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Ue Gordon Sondland,

LA TESTIMONIANZA DI TAYLOR CAMBIA TUTTO

I media Usa parlano di testimonianza “esplosiva”, “devastante”, e i superlativi si sprecano, perché ciò che afferma Taylor è che di fatto fra Trump e il presidente ucraino un quid pro quo ci sia stato.

Da ciò che si è saputo di questa testimonianza a porte chiuse durata quasi 10 ore, traspare ancora una volta il conflitto tra due galassie che si sono inspiegabilmente trovate in contatto: da un lato i burocrati ligi a un dovere ripetitivo e codificato in cui si sa perfettamente cosa è lecito e cosa no, dall’altro una gestione del potere, del danaro, della narrazione della realtà, piena di zone d’ombra e di approssimazioni per eccesso.

Nelle 15 pagine di dichiarazione di apertura di Taylor data alla stampa, si trova un resoconto dettagliato e meticoloso degli incontri che il diplomatico ha avuto con alcuni alti funzionari statunitensi, in cui afferma di aver appreso come Trump e il suo avvocato personale Rudy Giuliani stessero spingendo l’Ucraina ad aprire un’indagine sui Biden e le elezioni del 2016.

Taylor ha testimoniato che l’ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Ue Gordon Sondland gli aveva detto di aver commesso un errore dicendo ai funzionari ucraini che un incontro della Casa Bianca con Zelensky “dipendeva da un annuncio pubblico delle indagini”. Anche se “in effetti tutto dipendeva da un tale annuncio, compresa l’assistenza alla sicurezza”, ha dichiarato Taylor.

UNA SITUAZIONE DI STALLO E LE PRASSI DEL BUSINESSMAN

L’ambasciatore Sondland aveva affermato di aver detto a Zelensky e al suo consigliere Andrey Yermak che, sebbene non ci fosse un vero e proprio quid pro quo, se il presidente Zelensky non avesse “chiarito le cose” in pubblico, si sarebbe potuta venire a creare una “situazione di stallo”.

“Ho capito che la situazione di stallo – ha spiegato Taylor – significava che l’Ucraina non avrebbe ricevuto l’assistenza militare per loro tanto necessaria”.

Taylor ha spiegato anche di come gli era stato prospettato questo scambio di favori:

“L’ambasciatore Sondland ha cercato di spiegarmi che il presidente Trump è un uomo d’affari, e quando un uomo d’affari sta per firmare un assegno a qualcuno che gli deve qualcosa, l’uomo d’affari chiede a quella persona di pagare prima di firmare l’assegno”, ha detto Taylor. Aggiungendo che anche l’inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina Kurt Volker aveva usato gli stessi termini

Dal canto suo Taylor, invece, sosteneva che tutta questa metafora non stesse in piedi in quanto. L’uomo ha aggiunto che: “gli ucraini non dovevano niente al presidente Trump e trattenere l’assistenza per la sicurezza al fine di ottenere un guadagno politico interno era folle, come avevo scritto nel mio messaggio di testo agli ambasciatori Sondland e Volker il 9 settembre”.

“Questa testimonianza è un cambiamento radicale. Penso che potrebbe accelerare le cose – ha dedichiarato il deputato democratico Stephen Lynch – Credo che risponderà a più domande di quante ne sollevi. Mettiamola così”.

Prevedibilmente i burocrati della Camera hanno trovato più plausibile la testimonianza di Taylor rispetto a quelle raccolte da Sondland e Volker.

Una fonte della Cnn ha affermato che, durante la sua testimonianza, Sondland non ha mai dato risposte univoche e quando gli è stato chiesto perché gli aiuti alla sicurezza fossero stati congelati, ha citato ragioni vaghe e molteplici, inclusa una generica corruzione ucraina e una cronica mancanza di aiuto economico da parte dell’Europa.

I Democratici hanno affermato di ritenere che ci sono talmente tante incoerenze nella testimonianza di Sondland che potrebbe essere necessario riportarlo alla Camera per parlare nuovamente con il comitato.

“Tutto quello che posso dire è che nei miei 10 brevi mesi al Congresso… be’, questo è stato il mio giorno più inquietante”, ha detto all’emittente televisiva Msnbc il deputato Andy Levin.