È la regola poco aurea di questa campagna elettorale quella di parlare il meno possibile della realtà, cioè della guerra e della crisi che dalla guerra deriva, adoperandola tutt’al più come riserva inesauribile di slogan faciloni e pietraia da saccheggiare per scagliare sassi in faccia agli avversari. Nulla di stupefacente dunque se i discorsi di Putin e di Biden di ieri trovano riflesso molto minore dell’ugola di Laura Pausini o di quattro fischi al comizio di Sorella Giorgia. Letta, per esempio, è «molto preoccupato»: in equa misura per l’escalation militare e per «le ambiguità della destra italiana sul tema della...