È convinzione diffusa in Brasile che Bolsonaro abbia i giorni contati. Se il Covid-19 lo ha finora risparmiato, sembra tuttavia aver infettato irrimediabilmente la sua presidenza. Al punto che, secondo la sorprendente rivelazione che giunge dall’Argentina, «Bolsovirus», in caduta libera nei sondaggi, eserciterebbe ormai solo un potere formale.

Così ha riferito, in una conversazione con El Destape Radio, il noto giornalista argentino Horacio Verbitsky, secondo cui «un alto ufficiale dell’esercito brasiliano» avrebbe informato «un capo dell’esercito argentino», durante una comunicazione telefonica, sulla decisione delle forze armate «di estromettere Bolsonaro da tutte le decisioni importanti», ponendo come «presidente operativo» il generale Walter Braga Netto, già capo dello stato maggiore dell’esercito e attuale ministro della Casa Civile.

NULLA DI UFFICIALE, ha chiarito Verbitsky, ma «una comunicazione tra due amici ai massimi vertici delle rispettive gerarchie» riguardo a una mossa che, ha proseguito il giornalista, «non equivale alla deposizione del presidente, ma di certo a una sua riduzione a una sorta di monarca costituzionale senza potere effettivo».

CHE SIA VERO O MENO, di sicuro l’isolamento di Bolsonaro ha raggiunto il suo culmine con la sua decisione di opporsi alle misure di quarantena per far fronte all’emergenza da coronavirus, inimicandosi, oltre all’opinione pubblica e alla comunità internazionale, anche i suoi principali ministri – a cominciare da quello della Salute, il sempre più popolare Luiz Henrique Mandetta, con cui è ormai apertamente in guerra -, il Congresso, buona parte della Corte suprema, i governatori e anche il suo vice Hamilton Mourão, che un ampio spettro politico vorrebbe vedere al suo posto.

E persino l’alto comando delle forze armate, che tuttavia, nel timore che la situazione precipiti, ha finora assunto posizioni piuttosto ambigue, inviando segnali di preoccupazione ma nello stesso tempo ribadendo il proprio appoggio al presidente.

Proprio sotto la pressione dei militari, in particolare del ministro della Difesa Fernando Azevedo, del segretario di governo Luiz Eduardo Ramos e di Braga Netto, Bolsonaro aveva accettato martedì scorso, nel suo quarto pronunciamento televisivo alla nazione sulla pandemia, di assumere un tono più conciliante, riconoscendo perlomeno la necessità di un ampio patto nazionale contro la crisi. Ma era durata pochissimo. Già la mattina successiva, il sempre più instabile presidente era tornato alla carica attaccando nuovamente i governatori a proposito delle misure di contenimento.

E mentre si discute ormai apertamente di rinuncia (di cui Bolsonaro non vuole però sentir parlare), di impeachment (che tuttavia, oltre ad avere tempi lunghi, potrebbe rivelarsi un boomerang) e persino di interdizione per infermità mentale, Bolsonaro si rifugia tra gli evangelici neopentecostali, il suo elettorato più fedele, convocando per oggi un giorno di digiuno e preghiera affinché il Brasile «sia liberato da questo male».