«Era la domenica di Pasqua, il giorno prima dell’insurrezione, e nelle chiese si alzava il grido gioioso “Dio è risorto”. L’indomani, invece, per le strade si diceva “L’Irlanda è insorta”». Sono parole di James Stephens: non il grande rivoluzionario irlandese omonimo dell’Ottocento, ma lo scrittore, quello a cui James Joyce voleva affidare il compito di concludere il Finnegans Wake, qualora non fosse stato più in grado di completarlo. La scelta ricadde su di lui soltanto perché erano nati lo stesso giorno, lo stesso anno, e nella stessa città. Tutta superstizione nel suo caso, ma anche lascito di una religione abbandonata....