Una serie di autorizzazioni per esplorazioni con air gun sta scuotendo alcune delle poche certezze che avevamo fino ad oggi sulle trivelle. Una era il sito del Ministero dello Sviluppo Economico sul quale di solito sono reperibili informazioni dettagliate sulle concessioni: il sito non funziona più. Con qualche fatica si arriva al Bollettino ufficio nazionale minerario (Buig) dove compaiono le nuove autorizzazioni.

Sul sito della Commissione VIA (Valutazione Impatto Ambientale), del Ministero dell’Ambiente, risulta che la Global Med LLC – la compagnia cui sono state rilasciate le concessioni – ha presentato almeno cinque istanze oggetto di valutazione: tutte hanno avuto parere positivo tra ottobre 2016 e settembre 2017. Due delle concessioni erogate sono contigue (un artificio per violare la norma che impedisce a una singola concessione di avere una superficie superiore a 750 km quadrati) e non può trattarsi che delle istanze cui si riferiscono i Decreti VIA n. 224 (del 31 agosto 2018) e n. 250 (del 26 settembre 2018).

Queste due concessioni si affiancano a una nostra vecchia conoscenza: la concessione «d 84F.R-EL» richiesta da Edison e oggetto del rapporto di Greenpeace «Troppo rumor per nulla». Molte delle nostre critiche alla istanza di Edison “valgono” anche per le due di Global Med. Ad esempio, studi con esemplari dotati di trasmittente satellitare dimostrano la presenza della tartaruga caretta ed è noto che l’area è un passaggio obbligato per ogni animale in migrazione (dai cetacei al tonno rosso) da/verso l’Adriatico.

Infatti, secondo la Convenzione sulla Diversità Biologica (Cbd), questa è una Ecologically or Biologically Significant Marine Areas (Ebsa). Come afferma la stessa Cbd, «quest’area contiene habitat importanti per lo zifio (Ziphius cavirostris), una specie inclusa nell’Allegato II del Protocollo per le Aree Specialmente Protette e la Biodiversità nel Mediterraneo (SPA/BD Protocol) della Convenzione di Barcellona, e densità significative di altra megafauna come la mobula (Mobula mobular), la stenella (Stenella coeruleoalba), la foca monaca (Monachus monachus) e la tartaruga caretta (Caretta caretta)… Anche tonni, pesce spada e squali sono specie comuni in quest’area».

Dopo una rapida verifica, non pare che la documentazione prodotta dalla Global Med a supporto del suo progetto (SIA: Studio di Impatto Ambientale) includa alcun riferimento alle conclusioni della Cbd. Anzi, le “conclusioni” sono ben altre. Ad esempio (pag. 123 del documento «Istanza di Permesso di Ricerca in Mare “d 90 F.R-.GM” – Studio di Impatto Ambientale») Global Med afferma che «l’area indagata, in cui ricade la zona in istanza di permesso di ricerca, dai dati estrapolati dal sito OBIS-SAMAP non sembrerebbe fortemente frequentata dai mammiferi marini». Va un po’ meglio con le tartarughe visto che (poco avanti) leggiamo che «maggiore è la presenza della tartaruga marina Caretta caretta, di cui viene riportata la presenza di 14 individui osservati tra il 2004 ed il 2006». Quindi, per costoro, in una EBSA della Cdb mediamente ci sarebbero (ogni anno) poco più di cinque tartarughe e un paio di foche, stenelle e zifii. Grottesco.

Sulle molte carenze di queste valutazioni abbiamo avuto modo di esprimerci ripetutamente. Lo scorso ottobre, dopo dieci anni, il ministro Costa ha rimosso la Commissione VIA nominata dalla Prestigiacomo. Doveva durare tre anni ma l’ultimo rinnovo l’ha avuto dal Ministro Galletti come uno degli ultimi sui atti. Visti i profili di illegittimità rilevati dalla Corte dei Conti su questa Commissione, qualche dubbio sulla validità dell’operato era possibile e, almeno per quei pareri che non avevano già esitato atti “definitivi”, sarebbe stata ipotizzabile una sospensiva dei relativi procedimenti.

Più in generale, se è vero che si tratta di procedimenti in gran parte esperiti nella precedente legislatura la domanda da porsi è cosa è stato fatto in questa legislatura per bloccare gli air gun.

Ci voleva così tanto non dico ad approvare una legge per vietare gli air gun ma, almeno, a presentarla? Abbiamo appena ricevuto un invito per un incontro al Ministero dell’Ambiente: speriamo che dopo questo “incidente” si riesca a fare sul serio.

* Direttore delle Campagne Greenpeace Italia