Il governo innesta nottetempo alla già discussa Ape un pungiglione velenoso: aumentano gli anni di contributi necessari per poter accedere all’anticipo pensionistico “agevolato” (cioè gratuito), che passano da 20 a 30 se il lavoratore è disoccupato, e addirittura a 36 se è ancora attivo. “Si tratta di una novità – spiega Cesare Damiano, dem insospettabile di fronda – che configura l’intervento come pensione di anzianità e non di vecchiaia: 63+36, torniamo a quota 99?”. Ancor più arrabbiata la Cgil: “Ci sono nuove barriere che riteniamo siano inventate esclusivamente per ridurre la platea – commenta Susanna Camusso – per non permettere...