Il 2023 si preannuncia per il cinema giapponese d’animazione un anno di attesi ritorni, conferme, sfide e possibili nuovi fenomeni popolari. Se l’annata che si è appena conclusa ha confermato, ancora una volta, la predominanza al botteghino dei lungometraggi animati, quella che è da poche settimane cominciata sembra proiettarsi verso simili risultati. Ne abbiamo già parlato alcune settimane fa, ma The First Slam Dunk, lungometraggio animato tratto dal famoso manga dedicato alla pallacanestro, continua ad essere solidamente al primo posto al box office anche dopo un mese e mezzo dal debutto e non sembra voler cedere il passo.

Fra gli altri titoli animati che probabilmente conquisteranno il box office dell’arcipelago o che almeno faranno parlare di sé nel 2023, segnaliamo due lavori della popolare serie Detective Conan, i lungometraggi numero 26 e 27, uno uscito da pochi giorni nei teatri giapponesi e un altro nei cinema ad aprile. Ma anche altri capitoli di franchise di successo come Doraemon: Nobita’s Sky Utopia, nelle sale a marzo; il primo film in CGI dedicato al popolare personaggio di Crayon Shin-Chan; la trasposizione per il grande schermo delle vicende di Sailor Moon con Sailor Moon Cosmos, questi ultimi due lavori entrambi in uscita in estate.
Naturalmente attesissimo è il nuovo (sarà l’ultimo?) lavoro di Hayao Miyazaki, How do You Live, nelle sale dell’arcipelago dal 14 luglio – probabilmente sarà presentato a Cannes. Al di là del valore artistico del lungometraggio in sé, sarà interessante vedere come le nuove e meno nuove generazioni risponderanno all’uscita di un film dello Studio Ghibli a distanza di quasi un decennio dall’ultimo lungometraggio realizzato dalla casa di produzione, Quando c’era Marnie (2014), anche se nel frattempo ci sono stati altri lavori come La tartaruga rossa e Earwig e la strega.

Non è un fatto garantito infatti che l’uscita di un lavoro targato Miyazaki sia ancora considerata un evento, come è stato per i film dello studio per decenni, di solito fatti uscire in estate. C’è infatti la possibilità che il panorama cinematografico alterato da tre anni di pandemia abbia definitivamente cambiato le abitudini e i gusti degli spettatori giapponesi.
Sempre per l’estate è prevista anche l’uscita di The Imaginary, opera realizzata dallo Studio Ponoc, nato da una costola dello Studio Ghibli nel 2015, quando Yoshiaki Nishimura ed altri animatori, fra cui Hiromasa Yonebayashi, decisero di fondare una propria casa di produzione. Fino ad ora lo studio ha prodotto interessanti lavori come Mary e il fiore della strega, diretto da Yonebayashi, il film più Ghibli non prodotto dallo studio di Miyazaki, e Eroi modesti, un film antologico, affascinante esempio della ricerca di un nuovo tocco ed estetica da parte dello studio. The Imaginary è diretto da Hiroyuki Momose, decano animatore e regista che a lungo ha lavorato anche per Ghibli, che qui realizza un film ispirato all’omonimo libro per ragazzi scritto e illustrato dalla scrittrice britannica Emily Gravett.
Naturalmente questi sono i titoli più attesi e più altisonanti, il panorama del cinema giapponese d’animazione contemporaneo è però formato e popolato anche da una serie di prodotti più di nicchia spesso parte di un media mix, cioè manga, videogiochi o serie TV che trovano nella sala cinematografica un completamento. Senza contare poi i lavori più indipendenti che sempre con più difficoltà riescono a farsi strada, negli ultimi anni anche sulle piattaforme streaming. La speranza non muore mai e ci si augura allora di poter vedere lavori simili a l’ottimo On-Gaku: Our Sound, un lavoro fresco, divertente e originale che spopolò nella scena indipendente nel 2019.

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