Il diritto all’aborto rimarranno protetti dalla costituzione del Kansas: è il risultato del voto nello Stato del sud, il primo a votare in materia da quando, 6 settimane fa, la sentenza Roe vs Wade, che garantiva il diritto federale a interrompere una gravidanza, è stata cancellata dalla Corte suprema.
La notizia è clamorosa, perché questo voto era un vero e proprio test elettorale e, nonostante il Kansas sia uno stato molto conservatore, ha comunque votato contro un emendamento costituzionale che avrebbe consentito ai poteri statali di limitare, o addirittura cancellare il diritto di aborto.

DA QUANDO la Corte Suprema si è espressa, in molti hanno affermato che in realtà la maggior parte del popolo americano non è d’accordo con i giudici, nemmeno gli stessi elettori del Gop, ma un conto sono i sondaggi e un altro le urne. Ma a parlare, stavolta, sono state proprio le urne: il no all’emendamento ha stravinto con il 60% dei voti.
Dalla sentenza della Corte Suprema, più di una dozzina di Stati a guida repubblicana si sono mossi per vietare o limitare l’aborto, che era rimasto legale in Kansas proprio perché protetto dalla Costituzione; per questo lo stato era diventato un rifugio per le donne provenienti dagli stati vicini con leggi più restrittive, come il Texas e l’Oklahoma.
Questa del Kansas è stata una grande vittoria per il movimento pro choice, e proprio perché è stata ottenuta in uno degli Stati più conservatori d’America, è la dimostrazione più tangibile di una reazione politica di base verso la decisione della Corte suprema, a pochi mesi dalle elezioni di midterm.

Il no ha battuto i si anche nelle contee più favorevoli a Donald Trump, come la contea di Franklin, dove l’ex presidente a novembre 2020 aveva vinto di quasi 40 punti nelle elezioni del 2020. Ma nel referendum il no è stato quasi immediatamente in testa e ha chiuso con un vantaggio di sei punti.

La campagna per il referendum è stata costosissima per entrambe le parti non hanno escluso nessun colpo, neppure quelli illegali. Il Washington Post ha riferito che un gruppo sostenuto dai repubblicani ha inviato agli elettori degli sms intenzionalmente fuorvianti, approfittando delle risposte controintuitive al quesito referendario. Un comitato guidato da Tim Huelskamp, ex membro del Congresso repubblicano del Kansas, ha pagato un’azienda tecnologica per far diffondere sms che dicevano: «Votare sì all’emendamento darà alle donne una scelta. Votate si per tutelare la salute delle donne», mentre in realtà per difendere la salute delle donne la risposta giusta era l’opposta.

IN TUTTO LO STATO erano stati disseminati cartelli con la scritta «Vota Sì – dai valore a entrambi» (intendendo sia la madre che il feto) o «Stop al divieto – Vota No». Di fronte a questo approccio aggressivo Patrick Miller, professore di scienze politiche all’Università del Kansas, ha affermato alla Cnn che i difensori del diritto all’aborto devono ancora recuperare terreno rispetto ai loro oppositori più organizzati. L’emendamento al ballottaggio in Kansas è stato vinto, ma «dovrebbe essere un campanello d’allarme per chiunque sostenga l’accesso all’aborto, per mobilitarsi ed educare come mai prima d’ora su questo tema, e ciò non sarà facile – ha detto Miller – Non ci deve essere più niente che possano dare per scontato».