Nel luglio del 1900 veniva inaugurato l’hotel Des Bains al Lido. Nel 1912 Thomas Mann trasformava l’albergo nello scenario del suo romanzo breve La morte a Venezia. Destinato nel 1971 a diventare film per mano di Luchino Visconti.
Titoli profetici perché una decina d’anni fa il mitico hotel ha chiuso i battenti, dopo avere attraversato oltre un settantennio di storia del cinema in occasione della mostra ideata nell’ormai lontano 1932 dal conte Volpi di Misurata, tanto geniale inventore del primo festival del cinema (per rilanciare l’hotel Excelsior di sua proprietà) quanto governatore della Tripolitania condiscendente nella feroce repressione dei libici da parte del generale Graziani. C’è storia a Venezia. Bene ha fatto quindi la Biennale nel far riaprire il piano terra del Des Bains trasformato in spazio scenografico capace di ospitare «Il cinema in Mostra: Volti e Immagini della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1932-2018», una ricca esposizione fotografica (a cura dello stesso Barbera, con corredo di materiali video, foto sui monitor e documentari) per celebrare l’edizione numero 75 .

Quasi 700 stampe che ripercorrono anno dopo anno i momenti ritenuti più significativi. Ecco quindi il terrazzo dell’Excelsior che ospitava le proiezioni delle prime edizioni, poi l’inaugurazione del Palazzo del cinema, con tanto di poltrone vere per i notabili in prima fila, in un tripudio di bandiere tricolori con lo stemma sabaudo e di bandiere con la svastica perché ormai in quel periodo il festival era diventato passerella per gerarchi nazifascisti. Nel dopoguerra si ricomincia con rinnovato vigore, si arriva poi alla contestazione del ’68, alle alternative Giornate degli autori, a Venezia città nel 1972 (documentata con tanto di foto in cui compaiono Bertolucci e Antonioni). Poi via, sempre più veloci attraverso i decenni e i guai del nuovo palazzo destinato a rimanere pia illusione. Sino ai nostri giorni. Un Come eravamo segnato dai film presentati al Lido, che permettono di compiere connessioni sinaptiche altrimenti sopite, insieme a immagini di premi, premiati e strette di mano. Chissà che questa esposizione possa essere uno stimolo per la società che dovrebbe ristrutturare il Des Bains che purtroppo dal 16 settembre chiuderà di nuovo i battenti. Il paradosso è che col Des Bains chiuso la morte a Venezia sembra davvero vincente.