Si arriva all’ultimo voto per il taglio dei parlamentari. Tramonta l’ipotesi di possibili trappole per far mancare la prescritta maggioranza assoluta. Sarebbe stata cosa buona e giusta, ma non era probabile. Si va a una riforma non del parlamento, ma contro il parlamento. Riforma inaccettabile per almeno quattro motivi. Il primo: non è un progetto ragionato e di sistema, ma uno scambio tra partners per la sopravvivenza del governo. Il secondo: trova la sua motivazione nel ridurre i costi, peraltro in misura assai limitata. Il terzo: coeteris paribus, colpisce la rappresentatività, elemento cruciale per il ruolo dell’istituzione parlamento in un...