Il trend degli exit poll assegna inesorabile al sindaco uscente, Luigi de Magistris, e al candidato di centrodestra Gianni Lettieri il ruolo di sfidanti al ballottaggio, come cinque anni fa. Eppure al comitato della candidata dem, Valeria Valente, l’ordine di scuderia è ottimismo. «Ci attende una lunga notte, ci dividono un paio di punti dal ballottaggio». Per la chiusura delle urne arriva il segretario provinciale Venanzio Carpentieri. Alle 23 scattano le prima proiezioni e le speranze finiscono nel cassetto. Sull’approdo di de Magistris al ballottaggio non ci sono molti dubbi, in palio c’è solo il posto da competitor. Fonte Emg, diffuso da La7, il primo exit poll vede in coda Matteo Brambilla, lombardo trapiantato a Napoli in corsa per i 5Stelle, attestato tra il 9 e il 13% (probabilmente molto sotto la lista). Sul terzo gradino Valente con una forchetta tra il 18,5 e il 22,5%. Gianni Lettieri, candidato di centrodestra appoggiato da Forza Italia, è dato tra il 22 e il 26%. De Magistris veleggia tra il 38,5 e il 42,5%.

Carpentieri argomenta: «Restiamo fiduciosi di poter andare al ballottaggio. L’evoluzione degli exit poll dà Valente a una incollatura da Lettieri, quasi si sovrappone il suo dato più alto con quello più basso del candidato di centrodestra. A noi basta che il Pd tenga il 16% del 2011». Al comitato del patron di Atitech, nello stesso palazzo di Valente appena un piano più sotto, a mezzanotte e mezza arriva Lettieri per festeggiare poi però i dati riavvicinano la seconda e la terza posizione e allora si ritira, in attesa di numeri certi. Tra i dem c’è ancora chi spera nel miracolo: si aspettano tra i 2,5 e il 3% da Ala e un contributo delle liste di centro tra il 6 e l’8%. Scommettono anche in un tracollo di Forza Italia che però i sondaggi non leggono.

Secondo il parlamentare Marco Di Lello, «i dati confermano le nostre aspettative. De Magistris è il primo sindaco di Napoli, da quando c’è l’elezione diretta, che non viene confermato al primo turno ma dovrà andare al ballottaggio. Il distacco dei secondi è sul filo perciò siamo ottimisti. Calcolando il margine d’errore continuiamo a crederci e aspettiamo i voti veri. Nell’opinione generale, Valeria era destinata a fare l’agnello sacrificale già alle primarie contro Antonio Bassolino». Ma i sondaggisti sembrano sicuri, la candidata dem dovrebbe essere fuori.

L’ottimismo, argomentano i fedelissimi, si basa sul presupposto che il Pd è l’unico partito strutturato in campo, ci si attendeva una sostanziale tenuta che spingesse Valente al ballottaggio. Cinque anni fa a Napoli aveva fatto segnare il 16%, il candidato dem dell’epoca era Mario Morcono che totalizzò il 19%. L’anno scorso alle regionali in città il Pd era al 21%. Il Pdl nel 2011 aveva un 23,8% difficile da confermare. In più i dem hanno sfilato dal campo avversario Ala: a Napoli il motore della lista è il senatore Milo che da tempo anima il gruppo Noi Sud. Alle comunali precedenti era nello schieramento di centrodestra con oltre il 3%. Questo giro si è spostato nel centrosinistra e ci si aspettava che spingesse il voto soprattutto nel centro storico. L’acquisto di Ala nella colazione ha portato con sé la sconfessione di Matteo Orfini, capocorrente di Valente, che a Roma non li ha voluto accanto a Giachetti.

L’ingresso dei verdiniani ha dato poi nuova spinta alla fronda capeggiata da Antonio Bassolino. Venerdì è arrivato a Napoli il premier Matteo Renzi proprio per ricompattare il partito e cancellare l’immagine di Verdini accostata alla candidata dem. A sorpresa al centro congressi della Mostra d’Oltremare è arrivato anche Bassolino: l’ex pupilla è scesa tra il pubblico per stringergli la mano; il governatore Vincenzo De Luca gli ha rivolto l’appello all’unità; il premier gli ha reso omaggio da ex sindaco a ex sindaco. Renzi ha messo nel piatto gli interventi del governo, anche a dispetto dell’amministrazione comunale come a Bagnoli, per strappare la città a de Magistris. Ma, se i dati fossero confermati, nessun effetto Renzi verrebbe registrato. Del resto la «filiera istituzionale» a trazione Pd, invocata da Valente, a Napoli c’è già stata tra il 2006 e il 2008 (governo, comune, provincia e regione) e le strade erano invase di rifiuti mentre la macchina comunale accumulava debiti fuori bilancio. Valente all’epoca era assessore con il sindaco Iervolino.

Bassolino e i fedelissimi per adesso hanno scelto il basso profilo preferendo evitare di riunirsi alla fondazione Sudd: il gesto probabilmente sarebbe stato letto come un atto ostile. Tuttavia la sconfitta di Valente, se fosse confermata, provocherà una resa dei conti rimandata ormai da mesi.