Il governo della città di Aurora, in Colorado, pagherà 15 milioni di dollari per risolvere la causa intentata dalla famiglia di Elijah McClain, il 23enne nero, disarmato, morto dopo che le forze dell’ordine, nell’agosto 2019, lo avevano fermato e soffocato mentre stava tornando a casa.
L’avvocato del padre di McClain ha dichiarato all’Associated Press che quello raggiunto, in termini economici, è l’accordo più grande nella storia del Colorado per un caso riguardante i diritti civili.

MCCLAIN È MORTO tre giorni dopo un’aggressione degli agenti di polizia Nathan Woodyard, Jason Rosenblatt e Randy Roedema e un’iniezione di ketamina come sedativo somministratogli dai paramedici.
Il 24 agosto 2019 un cittadino di Aurora aveva segnalato alla polizia che un uomo, probabilmente disarmato, si stava comportando in modo sospetto aggirandosi per la strada con indosso una maschera da sci. Fermato dalla polizia, il giovane oppose resistenza rifiutando la perquisizione. A seguito del rifiuto, i poliziotti sbatterono il ragazzo a terra, dove rimase per 15 minuti con il collo compresso dalla presa di un agente. La registrazione della body cam indossata da uno dei poliziotti mostra che all’agente fu chiesto di allontanare la telecamera quando McClain, bloccato a terra, iniziò a vomitare. Venne chiamato un paramedico a cui venne ordinato di somministrargli un potente sedativo; a seguito dell’iniezione di ketamina McClain andò in arresto cardiaco, e morì 7 giorni dopo.

Oltre due anni dopo, tre agenti e due medici coinvolti nell’episodio sono stati incriminati con 32 capi di imputazione. «Nessuna somma di denaro può cambiare ciò che è successo o cancellare il dolore della famiglia per la sua perdita – ha detto il tesoriere della municipalità di Aurora Jim Twombly – L’accordo è un passo importante per andare avanti con il piano cittadino teso a ripristinare la fiducia della comunità nella sicurezza pubblica, evitando un lungo processo legale che non sarebbe stato d’aiuto per gli interessi della città o della famiglia».

I RISULTATI dell’indagine del procuratore generale del Colorado Phil Weiser non hanno lasciato dubbi: la polizia di Aurora ha commesso ripetutamente degli abusi contro le minoranze, in particolare quella afroamericana, ha trattato le persone di colore in modo diverso dalle loro controparti bianche, ha ripetutamente fatto un uso eccessivo della forza e del proprio potere, e non è riuscita a documentare adeguatamente le interazioni con il pubblico, millantando uno scarso funzionamento delle telecamere in loro dotazione
Il dipartimento di polizia di Aurora ha collaborato con l’indagine di stato, ha detto Weiser ai giornalisti, ma un’indagine separata della città, resa pubblica a febbraio, ha rivelato che gli agenti di Aurora non avevano alcun motivo legalmente giustificato per fermare, perquisire e tanto meno usare le tecniche di soffocamento su McClain.

QUELLO DI AURORA è solo l’ultimo di una serie di accordi per casi di cattiva condotta della polizia in cui le città decidono di patteggiare pagando milioni di dollari ai membri delle famiglie delle vittime.
A Minneapolis, in Minnesota, la famiglia di George Floyd ha ricevuto un risarcimento di 27 milioni di dollari. A Louisville, in Kentucky, la famiglia di Breonna Taylor, uccisa in un raid della polizia, ha ricevuto un pagamento di 12 milioni di dollari.