All’interno di un dibattito dominato dalle questioni interne (la pandemia, la crisi demografica e la stagnazione economica), i quattro candidati presidenti del Partito liberaldemocratico del Giappone – Fumio Kishida, Taro Kono, Seiko Noda e Sanae Takaichi – hanno dato poche indicazioni rispetto alla postura diplomatica che intendono adottare se eletti e confermati a capo del governo. Soprattutto per non relegare il paese arcipelago a un ruolo di second’ordine negli assetti regionali. I solchi sono già tracciati: pare scontato che il Giappone post-Abe/Suga dovrà contribuire al fronte Indo-pacifico a guida Usa e proseguire sul percorso di rafforzamento militare avviato nel 2012....