Come accade per gli eventi decisivi, i punti di svolta della storia, il G8 di Genova è stato raccontato tanto, forse persino troppo. Se la narrazione è necessaria all’elaborazione di un trauma, per evitarne innanzitutto la rimozione, ciò non equivale a dire che quel trauma specifico sia stato necessariamente elaborato. C’è un overload di immagini e storie, una confusione di fronte alla quale si rischia di perdere il filo. Gli autori di Nessun Rimorso (Coconino, pp. 240, euro 20), trentasei disegnatori e fumettisti italiani, scelgono diversi registri e tonalità per restituire l’intreccio di storie e di sentimenti che costituì quell’evento.

IN QUESTO CASO, però, a fare da filo conduttore per non perdere la bussola e valorizzare i diversi punti di vista delle storie a fumetti, ci sono i testi curati da Supporto Legale, collettivo che nasce dopo il G8 genovese dal contesto di Indymedia Italia. Dalla memoria digitale nella quale erano confluite gran parte delle immagini e delle testimonianze raccolte per le strade del capoluogo ligure in quel colossale, e per l’epoca assolutamente inedito, grande fratello rovesciato che fu la macchina collettiva del racconto dei manifestanti, si cercava di ricostruire i fatti e, appunto, supportare la difesa di indagati per reati abnormi.

Supporto Legale è ancora operativo. Si scioglierà un minuto dopo che l’ultimo arrestato per i fatti di Genova sarà libero. Purtroppo ancora il traguardo è lontano: alcuni dei condannati ripescando il reato da codice bellico di «devastazione e saccheggio», capo d’imputazione che in questi venti anni che ci separano dal 2001 ha fatto capolino diverse volte nelle strategie repressive della magistratura, sono ancora in carcere, in attesa di estradizione o comunque soggetti a forme di custodia. Sono gli unici ad aver pagato con anni e anni di carcere, anche se persino nelle congetture dell’accusa non hanno torto un capello ad alcun essere umano.

Supporto Legale, dicevamo, è ancora costretto dagli eventi a far ruotare gli ingranaggi della memoria collettiva. Ed è curioso che lo faccia proprio ricodificando le immagini sulle quali ha lavorato per smentire gli inquisitori. Riprendendole, campionandole e sovvertendole sulle pagine di questo libro.

Tra gli autori figura, con cinquanta tavole delle quali molte inedite, Zerocalcare. La storia è ormai nota: il fumettista di Roma (anzi, di Rebibbia) ha conquistato le prime file delle librerie e del mercato mainstream riuscendo a mantenere i piedi nel contesto underground delle locandine punk dal quale aveva cominciato. Queste storie però aggiungono una fase ulteriore all’evoluzione di Zerocalcare, ricostruiscono un passaggio intermedio eppure decisivo: è con gli eventi di Genova, ai quali partecipa con la legittima dose di inconsapevolezza cui hanno diritto gli adolescenti, che sente l’esigenza di raccontare una storia a fumetti.

Oggi, dopo la fine dell’adolescenza e anni di esperienza non solo professionale, Zerocalcare prende atto del fatto che Genova è stata raccontata in tutti i modi e con ogni registro possibile. E allora ritorna ai suoi diciassette anni restituendo senza fronzoli il sale della politica (e della democrazia) che è il conflitto. Lo dicono anche quelli di Supporto Legale nella loro introduzione: «Genova e i processi che sono seguiti dopo le giornate di Genova sono stati un evento cruciale per spazzare via ogni opposizione, ogni resistenza, ogni legittimità di costruire forme altre di essere politica». Da qui l’importanza della memoria «come strumento per procedere e non per conservare e rimpiangere».

SONO DELLA PARTITA altri nomi del fumetto, dell’illustrazione e dell’arte grafica italiana. Alessio Spataro, che aveva curato il volumetto originario autoprodotto di quindici anni fa di cui questo libro è una parziale riedizione e che qui ripropone il diario tragicomico delle sue giornate genovesi, Maicol & Mirco raccontano con la consueta spietata tenerezza il sentimento degli sconfitti di Genova di fronte alle generazioni successive. Rita Petruccioli fornisce il punto di vista partecipato di una che a Genova non c’era. Claudio Calia restituisce il clima di una delle prime udienze dei processi genovesi. E ancora, tra i tanti, Davide Reviati, Francesco Cattani, Lorena Canottiere, Blu, Roberto Grossi, Nova, Marco Cazzato.