Un workshop internazionale e dieci giorni di laboratori con sessanta studenti organizzati nel settembre del 2018 alla Maddalena da Eterotopia, un gruppo di architette e di architetti che indaga il territorio italiano nelle sue più svariate dimensioni. Passati quattro anni, analisi e pratiche emerse da quell’esperienza sono ora raccolte nel libro La Maddalena. Atlante di un’occupazione (Quodlibet, pp. 240, euro 32), curato da Elena Sofia Congiu, Matteo De Francesco, Carlotta Franco, Samanta Sinistri, Giuditta Trani e Maria Usai.

«COMUNE, arcipelago, isola, città: difficile dire – scrivono i curatori – quale sia il vero volto della Maddalena, con quale cadenza si pronunci il suo nome. Dovremmo definirla un paesaggio, un centro abitato, o piuttosto un racconto? La Maddalena è in primo luogo un territorio che abbraccia insieme tutte queste identità segrete e manifeste. Nella nostra storia La Maddalena è un Vitangelo Moscarda, personaggio pirandelliano che non ha bisogno di essere definito da un nome ma che, manifestandosi di volta in volta in vesti diverse, rivendica il diritto di essere una complessità».
Complessità che il volume affronta sia sul piano strettamente analitico (storia, antropologia, sociologia, architettura intrecciano fra loro un dialogo fecondo) sia sul piano delle finalità progettuali, in un contesto di interdipendenza e di connessione. Dopo una parte introduttiva, il libro entra nel vivo con la sezione «Prospettive», dedicata al rapporto tra specificità dei territori e ricerca e sperimentazione in architettura. Tema sviluppato da cinque saggi: «Isole» di Luis Callejas; «La Maddalena, un territorio di relazioni complesse» di Annalisa Gulino; «Architettura e fallimento, il progetto dell’ex Arsenale» di Tito Boeri; «La cura e lo spazio» di Pippo Ciorra; «Costruttori di futuro in territori fragili» di Nicolò Fenu. Segue una sezione, «Atlante di un’occupazione», in cui i curatori del volume ripercorrono la storia della Maddalena ed evidenziano i nessi, non soltanto conflittuali, tra il territorio e i diversi «occupanti» che si sono succeduti nel tempo.

VIENE POI una terza sezione, dedicata al rapporto tra isola e possibili linee di progettualità, con i contributi di Enorme Studio e Vacua Moenia («Avamposti. Architetture che difendono il territorio»); Parasite.2 e Giaime Meloni («Tabula rasa. Uno spazio per una nuova comunità»); Paolo Patelli («Il piedistallo della statua della libertà. La Maddalena nel mondo»); Giuseppe Ridolfi «Insularità. Isolamento e riconnessione»); Urbz e Alterazioni Video «La conquista fallita. La stratificazione dell’insuccesso»); Orizzontale e Cherimus («Carico antropico. Una comunità di alieni»); Openfabric e Cea di Stagnali («Un’altra natura. Il vento, le stelle e la macchia mediterranea»); False Mirror e Pascal Arnaud («Arcipelago. Un mare pieno di terra, una terra piena di mare»). Fuori da tutti gli stereotipi, un territorio restituito alla straordinaria molteplicità dei suoi aspetti.