Cari amici, cari compagni e care compagne, Caro Nichi,

Mi dispiace non poter essere presente al vostro secondo congresso, un appuntamento cruciale per discutere non semplicemente della “strada giusta” da far imboccare al paese, ma anche per ridisegnare insieme il progetto di un’alternativa all’Europa che abbiamo conosciuto in questi anni.

Dopo cinque anni di crisi, di recessioni, di ristrutturazioni, di troike, di spread e di bail-out è arrivato il momento di restituire una vera scelta ai cittadini. L’Europa di questi anni ha posto tutto il suo peso politico nel lottare contro la crisi tentando di rassicurare i mercati. Ci siamo lanciati in una cieca gara alla disciplina, in una corsa al ribasso nella protezione dei lavoratori e un indebolimento dei diritti. L’Europa si è dotata di tutta una serie di nuove regole e sanzioni, strumenti di supervisione, di azioni preventive e correttive, ma per la crescita e l’integrazione del continente, troppo poco è stato fatto.

L’Unione si è trasformata in un progetto burocratico adagiandosi sulle sue proprie regole. I trattati europei, e la mancanza di competenze esplicite, sono stati utilizzati come giustificazione all’inazione. La deriva legalistica ha acuito la crisi economica e politica.

Nei trattati non c’è scritto come uscire dalla crisi e l’Unione non è riuscita a imprimere un senso di direzione. Abbiamo subìto un’Europa che si è spesso occupata di dettagli, ma ha lasciato da parte il senso profondo della sua missione, offrendo il fianco agli euroscettici e ai populisti.

E’ arrivato il momento di offrire risposte e alternative vere.

Molti critici mi hanno detto di aspettare, che non è il momento di creare una Commissione politica, che i rischi di un confronto tra gruppi politici a livello europeo potrebbero incrinare un’unità così fragilmente conservata.

Io credo che invece quest’ottica di accordi intergovernativi, questa mancanza di scelte vere, questo pensiero unico che ha imprigionato l’Unione in questi anni, non siano più sostenibili. Non si può continuare a rimandare e lasciare che l’Europa si trasformi nel riflesso di equilibri di potere tra stati.

L’unità va costruita, non conservata.

La maggioranza che emergerà dopo il 25 maggio sarà chiamata a ricucire lo strappo tra Nord e Sud, ricucire lo strappo dell’ineguaglianza crescente tra Stati e dentro gli Stati e soprattutto ricucire lo strappo tra politica e cittadinanza.

Sinistra, Ecologia e Libertà, con la sua lotta per i diritti civili e sociali, per rilanciare e rinnovare il lavoro, per uno sviluppo industriale ancorato alla difesa dell’ambiente e di quella riserva di ricchezza che è il paesaggio italiano, rappresenta una chiave di questo cambiamento.

Vi auguro un ottimo congresso nella speranza che insieme alle forze progressiste europee, SEL aiuti l’Europa, a imboccare “La Strada Giusta”.

 

Martin Schulz

Presidente del Parlamento Europeo