Per un vero blocco nel consumo di suolo nella Campania del terzo posto in Italia per questa dissennatezza. Spinta decisa alla produzione di energia da fonti rinnovabili e alle comunità energetiche con una inedita valorizzazione dei paesi e territori dell’Appennino. Conversione ecologica della produzione di cibo e stop finanziamenti ad agricoltura e allevamenti intensivi. Acqua pubblica e garanzia del 50% di spiagge libere. Intorno a questi fondamenti ruota la Proposta di Legge di Iniziativa Regionale RIGENERA che è stata consegnata ieri al Consiglio Regionale della Campania.

Si conclude così il primo passo di questa originale iniziativa: la prima in Italia che ha portato alla scrittura collettiva di una proposta di azioni organiche contro i cambiamenti climatici coinvolgendo oltre 100 tra associazioni, organizzazioni sindacali, singole personalità del mondo della cultura, della scienza, dell’urbanistica; su di essa ha raccolto in meno di quattro mesi e in non meno di 200 eventi in tutta la Regione oltre 13.000 firme, contro le 10.000 necessarie; l’ha portata alla approvazione di 15 Consigli comunali (Bracigliano, Avellino, Grottolella, Mercogliano, Summonte, Fontanarosa, Pozzuoli, Marano, Mugnano, Visciano, San Paolo Bel Sito, Castelnuovo Cilento, Torchiara, Roccapiemonte, Riardo ), per circa 400.000 cittadini campani rappresentati.

Ora è aperta una prima sfida positiva verso le istituzioni. Lo Statuto della Regione Campania stabilisce che entro 90 giorni dalla consegna della Proposta, il Consiglio Regionale ha l’obbligo di esaminarla. Sappiamo bene che non basta un disposto per quanto tassativo a garantire che poi nei fatti venga attuato. Del resto, parliamo della Giunta e del Consiglio che proprio in queste settimane di raccolta firme e mentre un Tavolo di Associazioni e di urbanisti elaborava una proposta organica sul tema del governo del territorio, in modo protervo correva ad approvare invece, in consociazione solida con l’opposizione di centrodestra, una sua legge che riapre in modo irresponsabile il consumo di suolo.

Esiste un Pd campano con una sua voce diversa? Il gruppo dirigente nazionale del PD davvero non ha niente da dire in merito, in questa saldatura con la rendita fondiaria che vediamo dove conduca in giro per l’Italia nel soggiacere della politica agli interessi dei più forti?
In ogni caso, occorre sapere che, lasciare senza risposta una domanda di partecipazione così ampia significherebbe portare un colpo diretto alla credibilità stessa della politica.

C’è poi però una seconda una sfida che viene anche al movimento Rigenera. Esso si riterrà appagato con la consegna delle firme e della proposta, risultato comunque di valore?

Oppure proverà a rimanere in campo, a durare e a continuare sviluppando una vertenzialità che territorio dopo territorio, unifichi diverse esperienze di lotta in atto, costruisca le sedi e gli spazi, veri e propri Consigli Partecipati dell’Ambiente, di un discorso di conversione ecologica nel segno congiunto di giustizia ambientale e di giustizia sociale da cui solo può derivare una prospettiva concreta di cambiamento della qualità della vita e di azione positiva contro gli effetti dei cambiamenti climatici?

Un movimento che punti sulla sua orizzontalità e sui caratteri federativi del suo muoversi tale da esaltare gli apporti di ciascuno che solo nella relazione tra tutti possono acquisire più forza.

Questo sarebbe un percorso di ritrovata politicità, capace di cambiare la politica esistente, anche a sinistra, e, se necessario, invece di trovare proprie forme di rappresentanza, nella più assoluta intransigenza su contenuti e valori: potrebbe perfino accadere.