Schiacciata tra Ovest ed Est, come negli Anni Cinquanta, e appesa al rischio che l’escalation fredda possa precipitare in un attimo nella guerra calda. La Germania ha davvero paura di ritrovarsi catapultata sul fronte ucraino nonostante il governo Scholz si sforzi di mantenersi in equilibrio fra i due blocchi opposti. Non è bastata la manovra bifronte della ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, che ha ribadito la fedeltà alla Nato insieme al «Nein» a vendere armi tedesche all’esercito di Kiev: la nuova guerra fredda non ammette scarti dalla linea tracciata da Washington.

Lo ha imparato a proprie spese il vice ammiraglio Kay-Achim Schoenbach, capo di stato maggiore della marina, costretto alle dimissioni per avere definito «un nonsense» l’invasione russa dell’Ucraina al summit organizzato dal “Manohar Parrikar”, il centro-studi difesa dell’India. Opinione personale espressa «senza violare il regolamento militare o ledere la reputazione delle forze armate» come ricorda il generale Harald Kujat, ex capo di stato maggiore della Difesa dal 2000 al 2002, secondo cui criticare l’ufficiale è lecito «se non fosse, però, che le contestazioni riflettono come un calco la posizione degli Usa». Un segnale sintomatico dei mal di pancia nella Bundeswehr tirata per il colletto dell’uniforme verso il fronte che è già alle porte dopo che l’amministrazione Biden ha ordinato il dispiegamento della Nato sul Mar Baltico: il cortile di casa di Berlino, sul cui fondo giace il gasdotto Nordstream.

«Con questa azione militare l’Alleanza atlantica intensifica ulteriormente lo scontro con la Russia. Ma se si vuole trovare una soluzione al conflitto non serve moltiplicare la presenza militare bensì fare proposte concrete per la de-escalation» è la denuncia politica del deputato Gregor Gysi, portavoce della politica estera della Linke, cui fa eco la preoccupazione per la nuova «sciabolata alla Pace» della co-segretaria Janine Wissler.

Né più né meno del timore del generale Kujat che, essendo in congedo, non teme destituzioni: «L’interesse della Germania è trovare una soluzione ragionevole sia riducendo la tensione con la Russia che tenendo conto della sicurezza dell’Ucraina. Non può essere, invece, che si parli sempre e solo di guerra e mai di come la possiamo prevenire».

Parole del militare tedesco che ha presieduto il Comitato militare Nato fino al pensionamento venendo infine premiato con la medaglia al merito dell’Alleanza. Contano assai meno dei titoli della “Bild” (il quotidiano più venduto) sulle «truppe di Putin in viaggio verso il confine» che sarebbe quello bielorusso ma «a soli 45 chilometri dalla frontiera ucraina», o sull’inquietante «piano di evacuazione dei parenti dei diplomatici tedeschi a Kiev» che la ministra degli Esteri ovviamente non ha mai attivato ma «è pronto nel caso la situazione precipiti».