Per la prima volta due donne guideranno la Sinistra tedesca. Dopo nove anni, in piena era Coronavirus, e sei mesi prima delle elezioni per il Bundestag, la Linke rinnova il proprio vertice politico con un voto storico: ieri mattina i 600 delegati riuniti nel congresso on-line hanno eletto come co-segretarie nazionali Janine Wissler, 36 anni, e Susanne Hennig-Wellsow, 43 ,capogruppo nel Parlamento regionale rispettivamente dell’Assia e della Turingia.

SI APRE COSÌ UFFICIALMENTE la nuova fase del partito proiettato a «cacciare la Cdu e la Csu dal governo» con il ritorno alla linea internazionalista e la chiusura della crepa provocata dall’ala sovranista nell’ultimo lustro: «La solidarietà è indivisibile e non si esaurisce ai confini esterni dell’Ue» scandisce Wissler, forte del consenso-record di oltre l’84% dei delegati. Mentre Henning-Wellsow, sostenuta dal 70% della Linke, spalanca la porta all’alleanza con Verdi e Spd: «Non possiamo più aspettare, la gente non ha più tempo per attenderci».

Tre nuove parole d’ordine: sicurezza sociale, pace e giustizia climatica, con la Sinistra sempre più a vocazione eco-sociale ma ancora ancorata al tema che da queste parti non ha mai smesso di rappresentare la rivendicazione di base: «Nessuno in Germania deve guadagnare meno di 1.200 euro al mese».

Da qui l’imperativo della «solidarietà» in cima al programma elettorale per ridurre la forbice salariale ampliata dagli effetti collaterali del Covid-19: «Nella pandemia siamo tutti nella stessa barca, ma mentre alcuni sono impegnati a remare altri continuano a spassarsela a bordo delle loro cabine» è il riassunto di Wissler.

LA SOLUZIONE? Anche guardando al passato, come suggerisce Henning-Wellsow: da “ragazza dell’Est” ricorda agli iscritti le conquiste sociali ottenute con il Pds negli anni Novanta nei Land orientali travolti dall’annessione occidentale.

Resta invece ancora tutto da sciogliere il nodo della partecipazione della Germania alle cosiddette missioni di peacekeeping sotto l’egida Onu. Solo circa il 20% dei delegati ha votato per il candidato della minoranza, Reimar Pfanz (contrario a qualunque partecipazione al governo come all’impiego dell’esercito all’estero) ma il tema rimane un punto controverso non chiarito dalle due segretarie, nonostante risulterà tra i cardini fondamentali nell’eventuale trattativa per la coalizione con Verdi e Spd.

Comunque, la nuova leadership conferma il veto totale della Linke all’esportazione del made in Germany in formato bellico, fino a ieri puntellato da Katja Kipping e Bernd Riexinger, gli ex segretari alla guida dal 2012.

DA OGGI IL TESTIMONE PASSA alle due dirigenti promosse politicamente sul campo. Wissler è cresciuta a Dreieich, in Assia, il padre era sindacalista e la madre simpatizzante del partito comunista della Germania Ovest (Dkp) e poi dei Verdi. Dopo il diploma si è laureata in scienze politiche all’Università Goethe di Francoforte, nel curriculum spicca anche il lavoro da commessa part-time in un negozio di casalinghi per pagarsi gli studi, prima dell’assunzione nello staff elettorale dell’ex deputato Linke, Werner Dreibus.

Deputata nel Landtag dell’Assia dal 2008, ha mancato l’elezione a sindaco di Francoforte nel 2012 e nel 2018. Nel portafoglio, le tessere di Attac, del sindacato Ver.di e della rete trozkista Marx 21. Da sempre Wissler è in prima linea contro il neofascismo, come dimostra il suo nome in testa alla lista di nemici da colpire dell’organizzazione terroristica di estrema destra Nsu 2.0.

Hennig-Wellsow, invece, è salita alla ribalta della cronaca internazionale un anno fa, dopo avere gettato ai piedi del governatore Cdu, Thomas Kemmerich (eletto con i voti di Afd), il bouquet di fiori inaugurale.

NATA A DEMMIN, NELLA EX DDR, si è diplomata al liceo sportivo nel 1996 e fino al 1999 gareggiava nel pattinaggio di velocità. Laureata in scienze dell’educazione all’Università di Erfurt nel 2001, ha cominciato il suo impegno politico come assistente nel gruppo parlamentare del Pds. Eletta deputata in Turingia nel 2004, dal 2013 è la leader regionale della Linke e anche la capogruppo: due incarichi che lascerà per dedicarsi alla nuova sfida.