Un documento della Commissione sulla riforma dell’asilo, per armonizzare le procedure nella Ue, con 7 proposte precise di cui 5 “pronte ad essere adottate”, perché avrebbero il consenso di tutti gli stati membri secondo Bruxelles, dall’armonizzazione delle condizioni di asilo e di protezione (per lottare contro quello che viene definito l’asylum shopping) a un’Agenzia comune con raccolta dati unificata (Eurodac), fino all’eterna questione del reinsediamento solidale. Ieri, il primo incontro bilaterale tra Angela Merkel e Pedro Sanchez a Berlino, per costruire il terreno di accordi anche bilaterali o comunque a numero ridotto tra paesi volontari, per trovare una risposta il più comune possibile alla crisi politica sui migranti scatenata dall’Italia negli ultimi giorni: dopo il vertice franco-tedesco di Meseberg e l’incontro a Parigi tra Emmanuel Macron e Sanchez, c’è un’intesa a tre con un approccio comune da presentare al tavolo del Consiglio europeo di domani e dopodomani a Bruxelles. Ma le tensioni sono fortissime, il fallimento è dietro l’angolo. Il fronte del rifiuto è in agguato e pronto all’affondo: l’Austria, che dal 1° luglio avrà la presidenza semestrale della Ue, ha già pronto un documento di lavoro, che sottoporrà agli esperti Ue immediatamente (già dal 2-3 luglio), impregnato anche nel linguaggio all’ostilità verso le migrazioni. Vienna parla di “smuggled migrants” (migranti come merce di contrabbando), giudicati in maggioranza “giovanotti poco istruiti” che in Europa hanno forti rischi di diventare “delinquenti”, animati per di più da “un’ideologia ostile alle libertà”. Parole che possono sedurre il fronte di Visegrad.

Mentre Macron era in Vaticano per darsi una parvenza d’anima, Sanchez e Merkel nel pranzo di lavoro di ieri hanno precisato la posizione comune di Spagna, Germania e Francia: l’idea è di permettere d’apertura di centri chiusi sul suolo europeo, organizzati in modo decente, dove la situazione dei migranti dovrebbe venire esaminata velocemente, per arrivare alla spartizione condivisa tra paesi membri per chi ha diritto all’asilo, mentre per gli altri ci sarebbe il ritorno forzato nel paese d’origine. Il tutto sotto il controllo dell’Alto commissariato ai rifugiati dell’Onu (Hrc). Questo quadro è già fallito nel passato. L’Hrc nel 2016 aveva sospeso l’attività negli hotspots in Grecia, per non conformità con le regole elementari di decenza. Stessa reazione dell’Onu anche dopo l’intesa con la Turchia, voluta da Merkel (oggi, molti paesi fanno valere che hotspot extra-Ue non rispettano il diritto). Merkel suggerisce che venga affidata alla Spagna la “leadership” per rinnovare le relazioni con i paesi di origine o di transito (Madrid ha già accordi con Marocco, Mauritania, Senegal). Per la Spagna, ha detto Merkel, ci dovrebbero essere maggiori finanziamenti. In cambio, Sanchez appoggia la Germania sul fronte del freno ai “movimenti secondari”, gli arrivi da altri paesi Ue, questione che ha rischiato di far esplodere il governo tedesco, dopo le prese di posizione del ministro degli Interni, Horst Seehofer. La proposta della Commissione, del resto, contiene anche la “fine dei movimenti secondari”, ma si tratta di uno dei 2 progetti che non hanno il consenso necessario.

Intanto, la Corsica si è detta disposta all’accoglienza (l’aveva già detto per l’Aquarius), ma il governo concede soltanto la presenza di agenti dell’immigrazione nel porto che verrà scelto, per esaminare le eventuali richieste d’asilo alla Francia (come è stato promesso agli esiliati dell’Aquarius). Dopo la richiesta del Parlamento europeo, lunedi’, di cancellare dalle legislazioni europee il “crimine” di aiuto ai migranti, ieri in Francia il Consiglio costituzionale ha esaminato il ricorso di Cédric Herrou, agricoltore della Roya che nel 2016 e 2017 ha già subito varie condanne per “reato di solidarietà” (in Francia la legge è severissima, fino a 5 anni di carcere e 30mila euro di multa, chi aiuta è equiparato ai passeurs). La sentenza è attesa per il 6 luglio. L’avvocato Henri Leclerc, della Lega dei Diritti dell’uomo, chiede che venga abolito il reato di solidarietà, per sostituirlo con un “diritto alla fraternité”. Intanto, ieri, qualche decina di migranti che da mesi avevano occupato dei locali dell’università Paris 8 a Saint-Denis, sono stati espulsi e inviati in un centro, per analizzare le singole situazioni e stabilire chi ha diritto ad avviare le procedure d’asilo e chi no.