Il braccio di ferro dei cristiano-sociali con Angela Merkel sui migranti non paga. Neppure nella roccaforte-Baviera. Se a Monaco si votasse oggi, anziché il prossimo 14 ottobre, la Csu raccoglierebbe a malapena il 40%: quasi l’8% in meno rispetto alle elezioni regionali di cinque anni fa.

Lo ha certificato ieri, clamorosamente, l’istituto Forsa pubblicando il sondaggio-choc che fotografa il calo del partito del ministro dell’Interno Horst Seehofer e del governatore bavarese Markus Söder, superati nell’indice di gradimento dei «connazionali» proprio dall’odiata Mutti-Merkel.

«CON LA LORO INIZIATIVA rabbiosa contro la cancelliera, i dirigenti Csu stanno danneggiando non solo l’Union ma soprattutto il loro partito» è l’incontrovertibile analisi di Manfred Güllner, responsabile di Forsa.
Sulla carta, il 56% dei bavaresi è poco o del tutto insoddisfatto della politica del loro primo ministro, appoggiato ormai solamente dal 38%. In compenso, però, il governatore di Monaco piace moltissimo agli elettori di ultra-destra, a partire dai fascio-populisti di Alternative für Deutschland. Ben il 67% dei simpatizzanti Afd aderisce al giro di vite sui profughi del premier Csu, perfino più di quanti lo sostengono dentro al partito cristiano-sociale (56%).

Problema tutt’altro che secondario per la Csu in piena campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento locale; anche perché Merkel resta la prima scelta del 43% dei bavaresi ed è preferita a Söder dal 61% degli elettori Csu. Una pessima notizia anche per il ministro Seehofer: continua a tenere il coltello dalla parte del manico ma la sua lama è sempre più spuntata. Nella sfida frontale con Merkel il leader cristiano-sociale brucia, anzitutto, il proprio consenso: il 37% dei bavaresi ritiene che stia lavorando bene ma oltre il 60% boccia la sua politica «sfascista» dell’Union democristiana.

UN MEZZO INCUBO per la Csu all’indomani del mini-vertice di Bruxelles che non ha partorito nemmeno lo schizzo della «soluzione comunitaria» da disegnare al Consiglio Ue di dopodomani. In queste condizioni, l’ultimatum di Seehofer a Merkel (accordo con l’Europa entro luglio o respingimenti al confine tedesco per i rifugiati con permessi rilasciati da altri Stati Ue) rischia di trasformarsi in un boomerang politico.

Come rileva il sondaggio, la stragrande maggioranza dei tedeschi è fermamente contraria alla forzatura del ministro dell’Interno. Nessuna azione unilaterale ma «ricerca dell’accordo europeo» è la soluzione alla crisi migranti secondo il 71% dei cittadini della Bundesrepublik e il 68% dei residenti in Baviera.

Uno schiaffo alla Csu nel «salotto» di casa, nel momento in cui «il mini-summit di domenica non ha prodotto alcun risultato ma solo una discussione preliminare» come ha precisato ieri il governatore Söder, pronto ad ammettere come «per la valutazione finale dovremo aspettare venerdì anche se le posizioni sono ancora lontanissime. Resta, per esempio, la fondamentale differenza di opinione dell’Italia…». È il corto-circuito della politica bavarese; la prova che l’onda sovranista su cui “surfa” Matteo Salvini coincide solo in parte con quella della Csu. Gli hub di identificazione nei Paesi di partenza dei profughi (così simili ai “centri di ancoraggio” tedeschi) piacciono a Seehofer & Söder, così come gli accordi bilaterali tra Nazioni al di là della cornice Ue. Ma a Berlino (e ora anche a Monaco) la declinazione della posizione tedesca in Europa rimane ancora affidata ad Angela Merkel