«Il filo rosso di queste riforme è la concentrazione di potere e del controllo. L’esatto contrario di quello che i paesi occidentali e le costituzioni moderne prevedono. E io non vorrei mai trovarmi a vivere in un paese in cui mancano controlli e bilanciamenti». Maria Agostina Cabiddu è uno dei 200 costituzionalisti firmatari dell’appello contro il premierato. Mentre nella notte di martedì il Senato votava l’approvazione della connessa riforma sull’Autonomia differenziata, ieri mattina gli studenti alla prima prova di maturità trovavano un testo proprio a firma Cabiddu .

Avrà pensato: che ci faccio lì?
Ero sorpresa, mi ha fatto molto piacere. Ma ho anche provato qualche imbarazzo a trovare il mio nome tra quelli di Pirandello e Montalcini.

Cosa è il testo a cui si riferisce la traccia di maturità?
È stata presa da una relazione presentata al convegno annuale dell’associazione dei costituzionalisti, Avevo appena scritto un piccolo libro, dedicato al tema della bellezza, dove si prova a elaborare un diritto universale alla bellezza, accessibile e fruibile a tutti, anche a chi non ha mezzi, sulla base dell’articolo 9 della Costituzione. La bellezza non è effimera, ma è importante per la qualità della vita.

Avete espresso una posizione contro il premierato, come emerge con forza dal vostro appello.
Intanto siamo arrivati a circa 200 costituzionalisti, e già solo il numero è una notizia. Abbiamo superato differenze culturali e di posizione per dare supporto alle preoccupazioni della senatrice Liliana Segre (che dice di sé: “sono una nonna e penso a futuro dei nipoti”). Le sue sono quelle di tutti noi.

Ci spiega cosa non funziona nella riforma?
Qui sono in gioco principi del costituzionalismo: non concentramento dei poteri e separazione delle linee di confine. Con il premierato verranno a mancare le garanzie di controlli e bilanciamenti. Il premier si poterà dietro per trascinamento anche la maggioranza parlamentare, oltretutto senza che sia prevista una soglia. Le Camere finiscono completamente nelle mani dell’esecutivo e trascina con sé tutte le altre garanzie costituzionali. Il governo può quindi portarsi a casa i giudici della Consulta, il Csm come anche presidenza della Repubblica: tutti gli organi di garanzia In una parola. Il premierato nega il costituzionalismo e se approvato, causerebbe un vero e proprio salto di regime.

Tra l’altro si fa notare che non ci sono analoghi nel mondo.
Oltre al caso Israele, che ha avuto premierato per un breve periodo (ma non ha funzionato), vedo più un analogo storico con la legge Scelba, ribattezzata legge truffa, o perfino con la legge Acerbo del 1933. Ma nemmeno quest’ultima si trascinava una maggioranza a senza una soglia. Siamo alla nonna o bisnonna di tutte le riforme, data l’analogia con il passato.

Passando all’Autonomia, come giudica il fatto che adesso è legge dello Stato?
Vedremo come andranno le cose, se le Regioni faranno ricorso contro questa legge ordinaria. In prima battuta non è oggetto di referendum abrogativo, perché collegata alla legge di Bilancio. Ma se la legge Calderoli dice che è a saldi invariati, ovvero senza spostamenti di risorse, potrebbe non essere sottratta a eventuale referendum. Ma venendo alla sostanza: se premierato stravolge la forma di governo, questa legge stravolge la forma di Stato. Avremo uno “Stato Arlecchino” in cui ogni regione prende de quello che può, con negoziati tra governi regionali con il governo nazionale. E di nuovo, il filo rosso è la concentrazione di potere senza contrappesi.

E poi va contro il principio costituzionale di unità e indivisibilità della Repubblica.
Calderoli si richiama all’applicazione della Riforma del Titolo V del 2001. Il problema è che se gli statuti speciali delle Regioni sono approvati con legge costituzionale, a maggior ragione le altre non dovrebbero potersi dotare di autonomia differenziata attraverso una legge ordinaria.

Come costituzionalista, cosa consiglia ai ragazzi che sono alle prese con la maturità? Oltre alla conoscenza sui libri, trova importante analizzare la realtà e prendere una posizione nei confronti delle riforme costituzionali che il governo sta mettendo in campo?
Avere consapevolezza è sempre bene, poi ciascuno trae le proprie conclusioni. Sa una cosa? L’appello dei 200 è nato da discussioni tra amici, che hanno constatato un silenzio enorme sulle riforme, rotto solo dalla propaganda del governo.