Negli ultimi quattro anni il ministero degli Interni ha dovuto gestire un numero di richieste di asilo pari alla metà di tutte quelle presentate negli ultimi 25 anni: 297.646 sulle 641.320 presentate dal 1990 a oggi. Il calcolo è stato fatto dalla Corte dei conti. Nel 2016, 123.600 persone hanno presentato domanda di asilo e quelle esaminate dalle apposite commissioni sono state 91.102: di queste, circa il 56%, provenienti da cosiddetti «migranti economici», è stato respinto ed il 4% ha riguardato soggetti resisi irreperibili. Delle domande accolte (36.660), solo il 13% ha avuto come esito il riconoscimento dello status di rifugiato, mentre il 35% ha riguardato soggetti cui è stata riconosciuta una protezione sussidiaria e il 52% una protezione umanitaria.

Sempre la Corte dei conti ha calcolato i costi relativi all’accoglienza degli immigrati in Italia. Nel 2016, il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, gestito dal Viminale, ha registrato impegni finanziari per 1,7 miliardi di euro, senza includere i costi cosiddetti «indiretti». A fronte di questo, la Ue, nella stessa annualità, ha contribuito con finanziamenti per 46,8 milioni di euro, pari soltanto al 2,7% dell’onere gravato sul bilancio dello Stato. A ciò si aggiunge il costo delle mancate ricollocazioni dei migranti negli altri stati europei, che alla data del 15 ottobre 2017, ammonta a non meno di 762,5 milioni.

La maggior parte delle regioni (10), infine, per il 2015 ha registrato costi che sono da ricomprendersi in un range che va dai 30 ai 35 euro pro capite al giorno.