Situazione sempre difficile in Tunisia, con il parlamento sospeso dallo scorso luglio per decisione del presidente Kais Saied, che ha licenziato il governo e accentrato su di sé tutto il potere, utilizzando l’esercito per mantenere il potere in questi nove mesi e governando la Tunisia utilizzando decreti presidenziali.

Un autentico vulnus alla democrazia e ai parlamentari eletti dal popolo che ha visto il suo acme nello scioglimento del parlamento di Tunisi lo scorso 30 marzo, con la scusa che i suoi membri avrebbero tentato un «colpo di stato». L’Assemblea dei rappresentanti del popolo intendeva abrogare, riunita in sessione plenaria, proprio i decreti presidenziali che conferiscono a Saied il controllo del Paese.

La crisi politica non è però l’unico problema della Tunisia che vede una situazione economica sempre più grave con i beni di prima necessità come farina, olio e latte che iniziano a scarseggiare, mentre migliaia di migranti da Libia e Sahel si trovano nel Paese.

MAJDI KARBAI è un deputato tunisino eletto alle politiche del 2019 con Corrente democratica (Attayar), Karbai vive in Italia dal 2009 e lavora per Save The Children. «Per me ora è diventato pericoloso tornare in Tunisia perché ho toccato argomenti che hanno dato fastidio – spiega – soprattutto la questione dei rifiuti che arrivano nel Paese sotto la gestione di una vera e propria mafia che ha portato ad arresti eccellenti come quello dell’ex ministro dell’Ambiente. La Tunisia è in mano a Saied e questa è una cosa pericolosa».

Il deputato eletto nella Circoscrizione estera attacca a testa bassa. «Sono pentito che il mio partito lo abbia appoggiato al ballottaggio, perché è stato lui a volere la crisi rifiutando il giuramento del governo. Ha accusato i ministri di essere corrotti e si è sostituto alla magistratura. La politica tunisina ora è spaccata e ci sono soltanto interessi personali». Karbai spiega che in base al sistema tunisino «nel caso non si riesca a fare un governo, il presidente, che è eletto dal popolo, è chiamato a scegliere lui il primo ministro. Ma qui Saied non ha seguito l’iter, ha prima esautorato e poi sciolto il parlamento. Ma c’è di più perché alcuni miei colleghi vengono minacciati e intimiditi dalla sezione speciale anti-terrorismo».

Uno scenario tetro quello dipinto dal deputato Karbai per la Tunisia. «La popolazione è stanca e impoverita, mentre i media raccontano solo le favole che fanno comodo al presidente. La vita è diventata carissima, i beni di prima necessità non si trovano, in Tunisia ormai non si vive ma si sopravvive. Per il nostro popolo anche la democrazia è un lusso, con una televisione di stato che non invita più nemmeno l’opposizione. Un’opposizione che non ha più neanche il permesso di lasciare il Paese». Secondo Majdi Karbai a questo punto non c’è molto altro da fare se non chiedere «un intervento delle Nazioni unite, perché Saied non permetterà il ritorno alla democrazia».