Il tanto atteso incontro tra i presidenti di Armenia a Azerbaigian, previsto per oggi a Granada non si terrà. Il capo di stato azero, Ilham Aliyev, ha dichiarato ieri che non si presenterà in Spagna a causa dell’«atmosfera anti-azera» che gli sembra di ravvisare alla vigilia della riunione. Il leader armeno Nikol Pashinyan, invece, ha confermato la propria presenza e ha ribadito che Erevan «vuole un accordo di pace con l’Azerbaigian», dicendosi addirittura pronto alle dimissioni se ciò dovesse «contribuire a normalizzare la situazione del Paese». Tuttavia lo stesso Pashinyan non ritiene che una sua uscita di scena avrebbe un effetto pacificatore e, anzi, «peggiorerebbe soltanto la situazione». E sulle tensioni con Baku ha ribadito: «Sono pronto a firmare il documento che è sul tavolo, la decisione è stata presa».

SEMBRA CHE IL TEMPO stringa per il governo armeno o, almeno, è questa l’impressione che si ricava dalle dichiarazioni pubbliche del premier. L’Azerbaigian di contro non si mostra impaziente di ascoltare le parole dei leader europei. Soprattutto dopo le dichiarazioni di martedì di Charles Michel, il Presidente del Consiglio Ue – «la Russia non ha garantito la pace e la sicurezza e ha tradito gli armeni della Repubblica di Artsakh» – e l’annuncio della ministra degli Esteri francese Colonna sulle imminenti forniture di armi all’Armenia. L’agenzia di stampa Afp cita un funzionario governativo azero che ha dichiarato «le accuse mosse ieri da Michel hanno contribuito alla decisione di Aliyev». L’agenzia statale azera Apa ha dichiarato che l’Azerbaigian non parteciperà a futuri colloqui che includano la Francia, ma che è aperto a potenziali colloqui a tre tra Armenia, Azerbaigian e Ue. L’agenzia ha anche riferito che Aliyev voleva che la Turchia partecipasse al vertice, ma Francia e Germania si sono opposte. In altri termini il presidente azero ha intuito che gli europei avrebbero potuto metterlo sotto pressione e si è guardato bene dal fornirgli una sponda. Nessuna riunione, nessuna conferenza in cui i giornalisti chiedono se Baku ha davvero intenzione di invadere la regione armena del Syunik per aprire il cosiddetto «corridoio di Zangezur».

SU QUESTA eventualità il presidente iraniano Raisi ha dichiarato che il suo Paese «è fondamentalmente contrario». Ieri il segretario del Consiglio di Sicurezza armeno Armen Grigoryan, si è recato in visita ufficiale a Teheran e ha incontrato il Capo di Stato Maggiore delle forze armate, Mohammad Bagheri. Questi ha annunciato la disponibilità degli iraniani a inviare osservatori al confine tra Armenia e Azerbaigian per ridurre le tensioni. Alcuni analisti ritengono che proponendo l’invio degli osservatori, Teheran speri di confutare l’ipotesi che l’Azerbaigian stia preparando una nuova avanzata ed, eventualmente, di prevenirla. Tuttavia, si apprende da fonti azere, «l’Iran e l’Azerbaigian condurranno presto esercitazioni navali congiunte nel Mar Caspio».
Intanto da Kiev il presidente Zelensky ha detto di aver parlato al telefono con Aliyev e di averlo «ringraziato per l’importante assistenza umanitaria ricevuta». I due hanno anche parlato di «sovranità e integrità territoriale degli stati», che appare un chiaro riferimento al Nagorno-Karabakh