Ennesimo attentato in una Somalia che non trova pace e stabilità da oltre un anno. Nella tarda mattinata di giovedì un kamikaze si è fatto esplodere all’incrocio di una delle principali arterie stradali di Mogadiscio, uccidendo almeno 6 persone e ferendone gravemente altre 12. «L’esplosione è avvenuta vicino a un posto di blocco lungo la strada che conduce al palazzo presidenziale – ha riferito all’agenzia Afp Abdullahi Muktar, funzionario delle forze di sicurezza –, l’attentatore stava spingendo una carriola e al passaggio di un convoglio si è fatto esplodere tra i passanti, con diversi civili dilaniati in maniera brutale dalla quantità di esplosivo utilizzata».

Secondo le forze di sicurezza il vero obiettivo dell’attentato era un minibus su cui viaggiavano alcuni delegati impegnati nelle elezioni parlamentari che, dopo numerosi rinvii, dovrebbero portare all’elezione della camera bassa del parlamento e, successivamente, a quella del presidente della repubblica.

L’ATTENTATO è stato prontamente rivendicato dall’organizzazione jihadista degli Al-Shabaab, affiliata ad Al Qaeda. «Abbiamo ucciso sei delegati e cinque agenti di polizia in un’operazione contro un convoglio di questo governo di infedeli» ha affermato in un messaggio audio il portavoce militare del gruppo, Abdiasis Abu Musab.

Durante la continua crisi politica, che vede contrapposti l’attuale presidente ad interim, Mohammad Abdullahi Mohammed (detto Farmajo) ed il primo ministro, Mohamed Hussein Roble, il paese è stato bersaglio di numerosi attacchi da parte del gruppo jihadista. Il mese scorso due diversi attacchi a Mogadiscio hanno causato la morte di altri 10 civili, con il secondo attentato che aveva come obiettivo il portavoce del governo, Mohamed Ibrahim Moallimu, sopravvissuto a un kamikaze che ha cercato di entrare nella sua auto prima di farsi esplodere.

SOLO A METÀ GENNAIO i colloqui organizzati dal primo ministro Roble, con i diversi capi degli stati federati, hanno permesso di concordare «un’ulteriore proroga di 40 giorni, con una nuova scadenza fissata al 25 febbraio», e disinnescare un’aspra crisi politica che preoccupa la comunità internazionale.
La successiva nomina del nuovo presidente del comitato elettorale somalo, Muse Gelle Yusuf – dopo il licenziamento del suo predecessore, accusato di irregolarità elettorali a favore del presidente Farmajo – sembra al momento aver portato all’elezione di 124 dei 275 legislatori, rappresentanti delle diverse tribù, che eleggeranno il presidente della repubblica.

Martedì il segretario di Stato americano, Antony Blinken ha annunciato la decisione di limitare «la concessione dei visti agli attuali funzionari somali e ad altre persone del governo», minacciando «di infliggere nuove sanzioni al paese», se il governo somalo non rispetterà la nuova scadenza elettorale.

«CI PREOCCUPA LA SITUAZIONE caotica in Somalia – ha aggiunto Blinken – perché ha favorito l’espansione degli Al-Shabaab sia in Somalia che nei paesi limitrofi», come confermato dalle due incursioni nel mese di gennaio, con altre 12 vittime, in Kenya.

Errata Corrige

Ennesima strage a Mogadiscio, mentre non si sblocca l’impasse politica, E Washington minaccia sanzioni