Il Regno Unito invierà altro lethal aid, aiuti letali, in Ucraina. L’espressione gergale, ottusa nella sua involontaria ironia da dottor Stranamore, indica naturalmente armi, altre armi con le quali contrastare l’ingresso di truppe russe al confine orientale ucraino annunciato ieri da Vladimir Putin. Tali aiuti fanno parte di un «ulteriore pacchetto di aiuti militari».

Su quali – e quante – esattamente siano queste armi vige uno strategico tacere, dal momento che il nemico ci ascolta. Si sa fino adesso, grazie al Sun, che il governo si prepara a inviare un sistema radar contraereo denominato Sky Sabre da schierarsi in Polonia lungo i duecento e rotti chilometri del confine con l’Ucraina. Montato su camion, sarebbe in grado di sparare piccoli missili capaci di colpire altri missili. Ed è sul punto di essere inviato via terra a momenti. Già lo scorso 17 gennaio il governo aveva inviato altri aiuti letali sotto forma di armi anticarro, mentre il 10 febbraio era stato spedito equipaggiamento militare. Quanto alle altre draconiane misure finanziarie richieste a gran voce dall’aula Johnson sembrava quasi perplesso da tanto entusiasmo, come anche dalla russofobia che freme nei petti degli onorevoli colleghi.

Fatto sta che le sue – effettivamente blande – misure non placano la frustrazione della Camera per non poter fare di più e peggio. Anche ieri prime minister’s question è stato un festival di rituale quanto ipocrita autocompiacimento liberale cui eravamo abituati dai tempi delle invasioni umanitarie sotto la bacchetta di Washington. Con i deputati di ogni colore finalmente sollevati a riscoprirsi uniti da un qualcosa di così indifendibile da far sembrare i propri scheletri nell’armadio – il trentennale Drang nach Osten della Nato e della diplomazia atlantica che è la vera causa di questa porcheria novecentesca di Putin – dei ninnoli da caminetto. Per questi dissociati della politica estera vale la pena parafrasare il motto di Sartre: gli imperialisti sono gli altri.

Ciò vale soprattutto per il leader laburista Keir Starmer, il cui utileidiotismo ha ormai rotto gli argini. Anche ieri, con a rimorchio l’opportunista ministro-ombra degli Esteri David Lammy, Starmer è tornato ad attaccare il governo per il supposto suo lassismo nel punire gli utili da capogiro degli ex-amici oligarchi, parlando giustamente di «denaro sporco» e di «cleptocrazia» riferendosi al relax e alla disinvoltura con cui questo governo Tory e i precedenti hanno fatto ponti d’oro per attirare entrambi nella vibrante economia nazionale.

Dimenticando inspiegabilmente che gli oligarchi che investono in cambio di passaporti espressi, comprano squadre da premier league, piazze d’armi in centro o regge post-palladiane nella verzura delle home counties, mandano la prole nei vari college a imparare l’arte del dominio pagando rette stratosferiche e soprattutto donano donano donano… al partito del premier, devono quasi tutto a quel New Labour di cui proprio lui, sir Keir, è la quinta colonna.