Prolungare di almeno una settimana i lavori della Camera in modo da permettere il voto sui ddl su cannabis e ius scholae prima della pausa estiva. A proporlo, praticamente in zona Cesarini, è stato ieri il deputato di +Europa Riccardo Magi nella speranza di riuscire in questo modo ad aggirare l’ostruzionismo messo in atto a Montecitorio dalla Lega.

Pur di riuscire a fermare i due provvedimenti, ieri i 131 deputati del Carroccio sono infatti intervenuti «a titolo personale» su tutti gli articoli di un altro ddl, quello sull’istituzione del sistema terziario di istruzione tecnologica superiore (Its), in modo da impedire che l’aula possa arrivare a un voto sulla possibilità di coltivare in casa la cannabis per uso domestico e sulla riforma della cittadinanza. «La Lega sta dimostrando ancora una volta tutto il suo disprezzo per il parlamento e per la democrazia» ha spiegato Magi, che ha anche invitato quanti hanno sostenuto finora in commissione i ddl su cannabis e ius scholae ad appoggiare la proposta di una settimana di lavoro in più.

Anche senza contare le fibrillazioni di queste ore sul dl Aiuti che già fanno ballare il governo, i tempi per i due ddl sono comunque stretti visto che la precedenza va ad altri provvedimenti più urgenti. Cosa che vale in particolare per lo ius scholae, che nel calendario dei lavori della Camera segue la cannabis. Per questo quanti sostengono il testo, che permetterebbe a più di 800 mila ragazzi nati in Italia da genitori immigrati o che sono arrivati nel nostro Paese prima del dodicesimo anno di età di poter diventare cittadini italiani, in queste ore sono al lavoro alla ricerca di un compromesso che permetta di portare finalmente in porto la legge. Almeno alla Camera perché poi al Senato, dove i numeri sono più incerti, si giocherebbe una partita più difficile.

Al momento l’unica via percorribile sembra essere quella di un accordo con Forza Italia. Il partito di Berlusconi non è contrario per principio allo ius scholae ma chiede per i ragazzi interessati dalla riforma un percorso di studi più lungo per poter avere la cittadinanza: otto anni invece di un ciclo di cinque come previsto dalla legge approdata nell’aula di Montecitorio. Con un problema in più: se davvero fosse questo l’accordo, andrebbe abbassata anche l’età massima dell’ingresso in Italia, da 12 a 6 anni.

Mancano, al momento, prese di posizione ufficiali da parte di M5S, Pd, Leu, Autonomie, +Europa e Italia Viva, lo schieramento favorevole allo ius scholae, ma sarebbe questo il compromesso al quale si starebbe lavorando.

Anche ieri la Lega è tornata ad attaccare Pd e M5S accusandoli di avere come priorità «la legalizzazione della cannabis e delle droghe libere». «Per la Lega -ha detto il vicecapogruppo alla Camera Fabrizio Cecchetti – l’unica vera emergenza, è dare aiuti concreti alle famiglie e alle imprese in questa fase di crisi economica acuta». Al leghista ha replicato la vicepresidente del parlamento europeo Pina Picierno: «Con la stessa velocità con cui cambia idea, Salvini pretende di dettare le priorità del Paese – ha scritto su Facebook la parlamentare dem – . Ora il grande nemico del capo del Carroccio è lo ius scholae, un provvedimento ritenuto ‘folle’. Talmente folle che con il suo partito ha presentato 1.500 emendamenti per affossarlo, tra cui un test scritto sul presepe e una prova orale sulle sagre italiane». Secco anche il commento dell’ex forzista Elio Vito, che ha parlato di «ignobile ricatto» del Carroccio «per contrastare leggi attese da decenni che riguardano i diritti delle persone».