Emerge tra le 450 pagine dell’ultimo rapporto del controspionaggio la corrispondenza biunivoca tra Alternative für Deutschland e l’inquietante galassia fascio-populista incistata in Germania.

Ufficialmente si tratta dei «primi indizi che la politica del partito è diretta contro l’ordinamento democratico» come ha precisato ieri il presidente dell’Ufficio per la protezione della costituzione (Bfv) Thomas Haldenwang, che da due mesi dirige il servizio in sostituzione di Hans-Georg Maasen: colui che passava sottobanco i dati riservati sui migranti al Gruppo Afd al Bundestag.

Da ieri sul tavolo del Bfv si spalanca invece il fascicolo della nuova indagine conoscitiva sul partito ritenuto «un caso sospetto» da tenere sotto osservazione anche infiltrando agenti sotto copertura. Nel mirino dei servizi, soprattutto, l’organizzazione giovanile Junge Alternative e i non pochi militanti di Der Flügel: l’ala di Afd collegata al sottobosco neonazista.

D’ora in poi i servizi segreti federali saranno autorizzati a registrare dati di ogni genere e tipo sul movimento populista già messa sotto controllo dalle “antenne” locali del controspionaggio. La sezione Bfv della Turingia da quattro mesi raccoglie informazioni utili a ricostruire il link tra Afd e i gruppi coinvolti in atti anticostituzionali, e la stessa consegna hanno gli agenti a Brema, in Bassa Sassonia e a Stoccarda dove pure si indagano le anime del partito di ultradestra. Il sospetto di base è che Junge Alternative agisca di concerto con Identitäre Bewegung: il movimento identitario ramo dell’internazionale fascista.

Nel rapporto (anticipato dal quotidiano berlinese Tagesspiegel) si legge inoltre dei riflettori accesi sui leader più impegnati ad alimentare il clima di razzismo. Il primo della lista, ancora una volta, è il capo di Afd in Turingia Björn Höcke, noto per aver negato l’Olocausto, che continua a diffondere propaganda dichiaratamente neonazista. La sua definizione di «monumento della vergogna» per il memoriale della Shoah di Berlino dello scorso gennaio risulta tra le schede nel dossier generale del Bfv che su Afd negli ultimi tre anni ha già scritto 1.070 pagine.

A Berlino i parlamentari di Afd protestano per l’«ingerenza politica» minacciando le vie legali per contestare la tesi dell’intelligence. Mentre tutti gli altri festeggiano pubblicamente: da Christoph Heubner del Comitato internazionale dei sopravvissuti di Auschwitz, che ieri ha esibito il nuovo «cartellino giallo che ogni cittadino ora potrà mostrare ad Afd», all’ex co-segretario dei Verdi, Cem Özdemir, soddisfatto per «il segnale importante per la democrazia». Un dossier benedetto, anche secondo Charlotte Knobloch, presidente della comunità ebraica di Monaco: «Nei casi di intolleranza, la tolleranza deve finire» spiega anche a chi dentro Afd ha creato la “brigata ebraica” per nascondere l’antisemitismo del partito, che non è solo contro gli islamici.

Oltre al dossier e lontano da Berlino comincia a venire a galla anche un’altra pericolosa connessione di Afd: un dipendente nell’ufficio del parlamentare, Markus Frohnmaier, è attualmente accusato di aver partecipato all’attentato al Centro culturale ungherese dello scorso febbraio a Uzhorod, in Ucraina.