Incertezza totale, cui si sommano gli spari vicini a un seggio in California (mentre scriviamo le agenzie riportano di un morto e di una donna armata pesantemente, pur senza fornire dettagli circa l’attentato) e la doppia contestazione, tanto di Clinton, quanto di Trump per il funzionamento delle macchine elettorali in North Carolina, con il risultato elettorale che arriverà molto più in là del previsto, dando un colpo fatale alla possibilità di sapere da quale parte pende la bilancia dei delegati (il North Carolina vale 15 voti).

Non solo, perché secondo i primi exit poll almeno tre stati, South Carolina, Georgia e Virginia sono considerati too close to call, ovvero i due candidati sono troppo appaiati (benché Hillary appaia leggermente in vantaggio almeno in Virginia) per decidere un vincitore, fino ai dati definitivi. All’inizio del conteggio anche l’Ohio darebbe come leading Trump, ma solo dopo l’1 per cento dei voti scrutinati. Troppo pochi.

PER HILLARY, inoltre, mentre scriviamo, sarebbe a rischio la Florida (che «pesa» 29 grandi elettori), dove i primi conteggi – ma solo di pochi seggi al momento, il 18 per cento – darebbero in vantaggio i democratici, seppure di poche migliaia di voti; ma per avere un’idea precisa bisogna attendere il conteggio definitivo. Anche in Georgia i primi exit poll danno un testa a testa (per il Guardian leggermente in vantaggio il miliardario). Ma negli Stati uniti i primi dati difficilmente si rivelano attendibili tanto che secondo la Cnn, una importante fonte dell’entourage di Trump si sarebbe lasciato andare a un laconico commento: «Ci serve un miracolo per vincere».

Un altro stato che dovrebbe finire nelle mani di Trump è la West Viriginia, che permette di accantonare 5 grandi elettori. Mentre scriviamo quindi – con la maggioranza dei dati reali ancora parziali- il conteggio dovrebbe comunque affidare più grandi elettori a Hillary: 44 a 31. Il resto sarà deciso sul filo di lana e già questo potrebbe costituire una sorpresa, dato che solo una settimana fa Hillary veniva data dai sondaggi in testa di oltre 11 punti. Finale invece un primo dato: rieletti al Senato il democratico Patrick Leahy (Vermont) e il repubblicano Rand Paul (Kentucky).

I PRIMI DATI DEGLI EXIT POLL riferiti ai primi seggi in chiusura hanno regalato due stati a Trump: Indiana e Kentucky. Successo prevedibile benché vistoso, in Kentucky (8 grandi elettori) con quasi l’80 per cento. In Indiana (11 grandi elettori) Trump sarebbe in vantaggio con il 65 per cento, in New Hampshire (uno degli stati ballerini, per quanto porti pochi voti, 4) con il 54 per cento. Qualcosa è cominciato a cambiare con gli stati successivi. Il Vermont (3 grandi elettori) invece dovrebbe andare a Hillary, mentre la Virginia (importante, 15 grandi elettori), un tassello molto rilevante per una ipotetica vittoria finale, è in clamoroso bilico. Ma sono altri gli stati decisivi per la vittoria finale. Importanti anche i dati dell’affluenza al voto.

SECONDO LA CNN L’ELETTORATO americano diventerebbe meno bianco, sebbene gli afro americani abbiano votato meno di quattro anni prima. Secondo gli exit poll della Cnn, infatti, il 70% degli elettori che hanno votato ieri sono bianchi, due punti in meno rispetto a 4 anni fa, quando era il 72%. Cresce il voto degli ispanici, dal 10% all’11%, e degli asiatici dal 3% al 4%. Ma cala di un punto il voto degli afroamericani dal 13% al 12%. Da segnalare che in California il voto dei latinos darebbe cresciuto rispetto al 2012. Secondo il Los Angeles Times, dal 20 per cento sarebbe passato al 32 per cento.

Prima del voto si diceva che i latinos, presumibilmente in maggioranza pro Hillary, sarebbero stati determinanti in questa tornata. Negli exit poll delle reti televisive americane è emerso anche un dato che, per quanto già noto in precedenza, colpisce: entrambi i candidati risultano poco graditi a tutto l’elettorato. Il caso più clamoroso è naturalmente quello di Trump, tanto che ieri a urne ancora aperte, non pochi «papaveri» repubblicani, compreso il club dei Bush, hanno affermato di aver votato scheda bianca.