La mostruosa macchinetta chiamata «tax credit» è entrata in scena, dopo una lunghissima attesa, seguita agli annunci incomprensibilmente ottimistici del ministero della cultura. E, così, il settore già in gravi difficoltà è arrivato ai titoli di coda. Proprio ai titoli di coda fa riferimento il nome di una delle associazioni che hanno manifestato contrarietà rispetto ad un testo tanto complicato quanto segnato da un indirizzo neoliberista: chi è ricco si arricchisca ulteriormente, chi è meno abbiente e relazionato soffra pure in silenzio. Diverse soggettività critiche, non adeguatamente ascoltate né dalle tradizionali organizzazioni sindacali né da un «campo largo» piuttosto distaccato...