Lungo la cosiddetta Ratlines, al termine del Secondo conflitto mondiale, sono fuggiti in centinaia, forse in migliaia i nazisti e i collaborazionisti di tutta Europa, perlopiù alla volta dell’America latina, ed in particolare dell’Argentina. Molto si è saputo del loro approdo, della «seconda vita» di cui hanno potuto godere presso il regime di Juan Domingo Perón o di una qualunque delle dittature locali, anche nei decenni successivi alla fine della guerra. Eppure quello, il luogo in cui si erano ricostruiti indisturbati un’esistenza tranquilla o bramavano di poter tornare «alla lotta» in nome di un ipotetico Quarto Reich, non era che...