Una notizia che probabilmente durerà solo il tempo della sua pubblicazione: da qualche ora il sito del Tor Project è di nuovo raggiungibile dalla Russia. Da lì è possibile scaricare gli strumenti che consentirebbero una “navigazione” completamente anonima e soprattutto da lì si potrebbe accedere alle fonti di informazione internazionali. Quelle censurate dal regime di Putin.

Perché Tor è una rete decentrata, globale, fatta di migliaia di server che crittografano il traffico web. Così quando la navigazione viene indirizzata attraverso questa rete, nessuno può risalire all’identità dell’utente, nessuno può più bloccare l’accesso ai siti web. A qualsiasi sito web.

L’apertura di questa piccola finestra di libertà, la si deve ad una Ong moscovita, Roskomsvoboda (Роскомсвобода) che – aiutata da volontari in tutto il mondo – davanti ai divieti, fra le iniziative che prende – che prova a prendere – ha tentato anche la strada della battaglia legale.

Sembrava impossibile ma gli avvocati dell’organizzazione si sono accorti che il Roskomnadzor – l’ente di Putin delegato al controllo delle reti – aveva fatto un errore formale quando, poco prima dell’invasione in Ucraina, aveva inviato un ordine di blocco a “Tor Project, Inc.”. Blocco perché da lì – sostenevano solerti funzionari – si sarebbe potuto arrivare ad “informazioni vietate”.

L’ingiunzione però è stata notificata senza che fosse presente un legittimo rappresentante del Tor Project russo. Una svista, alla quale s’è aggrappata Roskomsvoboda. Strappando in tribunale un primo risultato.

Che ovviamente – lo sanno tutti – durerà pochissimo. Vista la “attenzione” che il regime di Mosca rivolge alle comunicazioni on line. Al punto che a Kherson, dove i due eserciti ancora si contrappongono, le connessioni Internet ucraine sono state già reindirizzate verso le reti russe.