Chi sono, da dove vengono e cosa vogliono i diciassette candidati alla nomination presidenziale del Gop che si sfideranno nelle primarie repubblicane.

Jim Gilmore

È stato governatore del Virginia dal 1998-2002 e precedentemente direttore del Rnc (Republican national committee). Uomo di partito e illustre sconosciuto agli elettori. L’ultima elezione (per il senato) l’ha persa per 31 punti.

John Kasich

Attuale governatore dell’Ohio ed ex quadro della Lehman Bros., si distingue per assenza di percepibile carisma. Dalla sua ha connection politiche in Ohio – uno degli swing states che potrebbero essere nuovamente cruciali nell’elezione generale.

Scott Walker

Governatore del Wisconsin dal 2010 è assurto a fama nazionale come castigamatti dei sindacati. Il suo smantellamento della rete sociale in uno stato dalla tradizone democatica gli è valso l’ammirazione, e il finanziamento, dei miliardari fratelli Koch.

Chris Christie

Governatore del New Jersey spesso accostato, sia per bruschezza di modi che per fisionomia a un altro immaginario residente del suo stato – Tony Soprano. È stato danneggiato da uno scandalo a base di ingorghi intenzionali sul Washington bridge per nuocere a un avversario politico.

Bobby Jindal

Attuale governatore della Louisiana ha una atipica origin story come figlio di immigranti indiani convertitosi dall’induismo al fondamentalismo evangelico più consono alla regione operativa. La locale base teocon non basterà probabilmente a spingerlo oltre i primi round.

Donald Trump

Ricco, come non cessa di sottolineare, titolare di un impero imprenditoriale fondato su ostentatezza e cattivo gusto, articola un’ideologia in cui i pronunciamenti populisti sono soprattuto strumentali al culto di se stesso.

Jeb Bush

Il secondogenito rampollo della dinastia che ci ha già dato i presidenti numero 41 e 43 con note conseguenze. Candidato moderato dell’establishment repubblicano e di Wall Street. La certezza di una sua predestinazione appare meno solida che all’inizio ma certamente rimane fra i papabili.

Rick Perry

Rappresentante dell’ala “texana” del partito, come ex-governatore di uno stato di frontiera cavalca soprattutto il sentimento anti-immigrazione. Nel 2012 sembrava fra i favoriti, prima di alcune disastrose gaffe in fase dibattito. I consulenti di immagine avranno il loro da fare.

Lindsey Graham

Rappresentante in senato del South Carolina, lo stato che solo il mese scorso si è deciso ad ammainare la bandiera confederata, lo storico falco esprime tuttavia lo stile patrizio del vecchio Sud. Cavallo di battaglia: eccezionalismo americano. Effettive possibilità: zero.

George Pataki

Governatore dello stato di New York, rappresenta l’establishment moderato del nord-est, cioè il passato del partito. Difficile immaginare una vera opportunità per lui nell’attuale clima di esasperato populismo.

Rick Santorum

Famiglia di origini lombarde (Santoro) e un inamovibile integralismo religioso per l’ex senatore teocon del Pennsylvania. Fra i fanalini di coda, ma nel 2012 giunse secondo.

Mike Huckabee

Altro teocon di area “confederata”. Dietro l’affabilità dell’ex governatore dello stato dell’Arkansas si cela la caratteristica intrasigenza reazionaria di un crociato contro aborto, omosessualità e stato sociale. E la consueta diffidenza nei confronti di minoranze, intellettuali, forestieri e atei.

Ben Carson

L’unico candidato afroamericano è un neurochirurgo pediatrico della Johns Hopkins University che ha apertamente criticato la riforma sanitaria di Obama. La foga conservatrice che condivide con repubblicani neri come Condoleezza Rice e Clarence Thomas difficilmente si concretizzerà in risultati concreti.

Carly Fiorina

Carriera meteorica per l’unica donna candidata, ascesa da segretaria fino ai vertici della Hewlett Packard prima di venire allontanata nelle polemiche. Idealmente raccoglierebbe consensi imprenditoriali, non fosse per una tendenza agli svarioni eccentrici. Afferma che solo una donna potrebbe attaccare «impunemente» Hillary Clinton.

Marco Rubio

Divenuto celebre dopo l’elezione al senato nel 2010 è forse il più gettonato delle giovani promesse repubblicane. Cubano-statunitense di seconda generazione cresciuto fra gli esuli di Miami, abbina la narrazione dell’immigrato di successo alla fede conservatrice e sviluppa così la prospettiva di un appeal nella comunità ispanica.

Rand Paul

Senatore del Kentucky e figlio del tre volte candidato Ron Paul, raccoglie i consensi dell’ala libertarian, la destra conservatrice ma iperliberista. Paladino dello stato minimo ma anche delle libertà personali, possibilista sui gay, la depenalizzazione delle droghe. Isolazionista in politica estera, è contro le spedizioni militari Usa.

Ted Cruz
Appassionato di esternazioni iperboliche e filibuster in parlamento, allergico alla disciplina di partito, idealmente è l’uomo dello zoccolo oltranzista del Tea Party.