«Ho incontrato dio e lei è nera», recita un famoso slogan stracitato durante la notte elettorale dell’Alabama che ha visto la sconfitta del razzista Roy Moore, in gran parte grazie al consistente aumento dell’affluenza ai seggi della comunità nera soprattutto femminile, che, nelle aree urbane di Birmingham, Tuscaloosa, Montgomery, Mobile, ha votato democratico per il 97%.

Questi risultati demoliscono la narrativa mediatica che descrive l’elettorato nero come passivo e disinformato; gli elettori afroamericani dell’Alabama non solo erano molto informati e mobilitati, ma lo hanno fatto anche di fronte a ostacoli significativi. L’Alabama è tra gli Stati dove esercitare il proprio diritto di voto è uno dei più difficili del Paese, specialmente per chi non è bianco, e il risultato di martedì sera è ancora più notevole a causa dell’ondata di affluenza.

Le organizzazioni di base come le sedi locali della National Association for the Advancement of Colored People (Naacp) hanno giocato un ruolo cruciale; questi gruppi hanno fatto capillari campagne di sensibilizzazione, mirate a persone che avrebbero potuto non avere un documento d’identità per accedere ai seggi, e hanno concentrato i loro sforzi nell’eliminare le barriere (più o meno) legali che tengono gli elettori neri lontani dal voto. I loro sforzi sono diventati immediatamente un caso di studio su come replicarli in altre aree con problemi simili.

Per far sì che il voto sia un diritto solo per alcuni, non è così complicato: bastano leggi locali che richiedono un doppio documento, cosa non comune nelle fasce più basse, e non pubblicizzare questa richiesta nella parte di elettorato che si vuole tenere lontana dai seggi. Ora questa fetta decisiva di elettorato non potrà essere lasciata in disparte fino alle elezioni di Midterm per poi essere utilizzata come esercito elettorale di riserva per sconfiggere il prossimo oppositore dell’ultra destra repubblicana.