La prima volta del presidente francese Macron in Vaticano, ricevuto ieri da papa Francesco, è caduta nel mezzo delle tensioni con il vicepremier ministro degli interni Salvini attorno alla questione migranti, parzialmente ricomposte con il colloquio Conte-Macron di lunedì sera. È stato un caso, che tuttavia ha amplificato il significato politico dell’incontro Francesco-Macron, durante il quale i due hanno parlato di migranti, ma anche di Europa, conflitti nel Mediterraneo e ambiente.

IL PRESIDENTE FRANCESE infatti è sceso a Roma per ricevere il titolo di protodiacono del Capitolo lateranense – l’invito risaliva a maggio 2017, una settimana dopo la sua elezione all’Eliseo -, antica tradizione risalente ad Enrico IV, il re di Francia calvinista convertitosi al cattolicesimo che con l’Editto di Nantes del 1598 pose fine alle guerre di religione concedendo libertà di culto agli ugonotti. Una mattinata fra Vaticano e ambasciata di Francia per incontrare il papa e i vertici della Comunità di Sant’Egidio, prima di recarsi nella basilica di San Giovanni in Laterano per ritirare l’onorificenza, ricevuta in passato dal presidente Sarkozy ma rifiutata, fra gli altri, da de Gaulle, Pompidou, Giscard d’Estaing, Mitterrand, Chirac e Hollande.

IL COLLOQUIO CON PAPA Francesco è stato lungo: 57 minuti, molti di più dei 50 con Obama, Putin ed Erdogan, dei 40 con il suo predecessore all’Eliseo Hollande, degli appena 30 con Trump. Conversazione importante quindi, anche se non è detto che ci sia stata sintonia su tutti i temi affrontati, ovvero, informa la nota della sala stampa vaticana, «questioni globali di interesse condiviso, quali la protezione dell’ambiente, le migrazioni e l’impegno a livello multilaterale per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, specialmente in relazione al disarmo».

C’è stato poi un confronto «su alcune situazioni di conflitto, particolarmente nel Medio Oriente e in Africa», e «una riflessione congiunta circa le prospettive del progetto europeo». Se su ambiente e difesa dell’accordo di Parigi contro il riscaldamento climatico (stracciato da Trump), Macron e Francesco sono d’accordo, assai meno lo sono sui migranti: il papa è favorevole a una maggiore apertura delle frontiere europee, la posizione dell’Eliseo non è proprio la stessa.

«CREDO CHE CI DEBBA ESSERE una risposta comune a questo problema – aveva detto alla vigilia dell’incontro il segretario di Stato vaticano, cardinal Parolin, che poi ha avuto un colloquio con il presidente francese -. I porti chiusi non sono una risposta. Però la risposta può venire soltanto da una collaborazione tra tutti i Paesi europei. Non può essere rigettata sulle spalle di alcuni soltanto ma deve essere assunta responsabilmente da tutta Europa e da tutta la comunità internazionale, in quella linea e in quell’orizzonte di umanità e solidarietà che non può mancare di fronte a questi problemi».

PRIMA DI ARRIVARE in Vaticano, Macron aveva incontrato a Palazzo Farnese (ambasciata di Francia) i dirigenti della Comunità di Sant’Egidio, fra cui il fondatore Riccardi e il presidente Impagliazzo, per parlare dei corridoi umanitari («un modello della politica di immigrazione legale», ha detto Macron), il programma di arrivi sicuri da Africa e Medio Oriente che Sant’Egidio porta avanti in Italia insieme sia a Federazione Chiese evangeliche e Tavola valdese (ieri a Fiumicino sono arrivati 39 profughi, 33 siriani e 6 palestinesi) che alla Cei (oggi, a Fiumicino arriveranno 139 profughi dal Corno d’Africa); ma anche in Francia, con la Federazione protestante e Secours Catholique (la Caritas francese).

NEL POMERIGGIO AL LATERANO per la consegna dell’onorificenza. «Una delle malattie più diffuse del nostro tempo è la solitudine, di chi vive privo di legami», ha detto il vicario del papa per la diocesi di Roma, monsignor De Donatis (giovedi sarà creato cardinale da Francesco), citando, fra gli altri, «gli occhi smarriti dei migranti venuti qui in cerca di un futuro migliore». La Francia intende «impegnarsi a favore della pace e del bene comune», il ringraziamento di Macron, prima di volare a Parigi.