Un nuovo piano su l’immigrazione è stato proposto dalla Casa Bianca e potrebbe portare gli Usa verso un sistema di immigrazione basato sul merito, privilegiando immigrati con un alto grado di istruzione e con qualifiche professionali a scapito dell’immigrazione basata sui legami familiari. La proposta si è immediatamente scontrata con la bocciatura dei democratici al Senato e alla Camera, dove i repubblicani non hanno tutti i voti sufficienti per far approvare la legge, ma il messaggio di Trump arriva forte e chiaro: entra solo chi è utile.

Mentre la Corte federale della Virginia assesta un colpo contro la precedente decisione del presidente di porre fine al Deferred Action for Childhood Arrivals voluto da Obama che riguarda i cosiddetti Dreamers, giovani americani arrivati negli Usa a seguito di genitori illegali, che ancora non sanno quale sarà il loro destino e che vengono spesso usati da Trump come merce di scambio nelle trattative su muro e politiche migratorie.

Il piano sarebbe un compromesso del tycoon per accontentare l’ala più intransigente rappresentata dal suo consigliere Miller, e quella, non più sensibile ma più pragmatica, del genero Kushner, che sostiene il bisogno delle imprese di importare talenti. Parlando dalla Casa Bianca, Trump ha spiegato, rivolgendosi alla parte della sua base più destrorsa, che il piano lascerebbe invariato il numero totale degli immigrati negli Stati uniti, privilegiando però il “merito” come criterio di entrata.

Ad oggi negli Usa ogni anno entrano legalmente un milione e centomila persone, due terzi delle quali sono sponsorizzate da parenti che già si trovano negli Stati uniti; 50mila carte verdi, permessi di lavoro permanenti, sono assegnate annualmente tramite una lotteria che Trump vorrebbe eliminare, aperta a tutto il mondo ma con limiti per i Paesi che hanno molti ingressi.