Dopo la caduta del muro di Berlino, lo scrittore jugoslavo Predrag Matvejevic coniò il neologismo «democratura» per definire i nuovi regimi nati dalle ceneri del comunismo nell’Europa dell’Est. Non si riferiva solo ai microstati sorti dalla dissoluzione della ex Jugoslavia, ma anche agli altri paesi che gravitano nell’orbita della ex Unione Sovietica e, naturalmente, alla Russia e alle repubbliche che dell’Urss avevano fatto parte per più di 70 anni. Questa «democratura» – un mix di democrazia (apparente) e dittatura (reale), di libertà (generica) e di autoritarismo (vero), di diritto (formale) e oppressione (sostanziale) – oltre a ben attagliarsi alla Russia...