Una forma di reddito di base per il periodo della quarantena è stata già approvata negli Stati Uniti e a Hong Kong. Politici di primo piano ne discutono o si apprestano a vararlo in Italia (reddito di emergenza), Spagna (ingreso mínimo vital), Germania, Canada, Irlanda (covid-19 pandemic unemployment support).

Nel Regno Unito il parlamentare del Labour Alex Sobel – che occupa una posizione intermedia fra quelle di Blair e Corbyn e fu a favore del Remain – ha raccolto 175 parlamentari di partiti diversi attorno alla proposta di un reddito di quarantena. La misura è necessaria per far fronte alle esigenze del 15% della forza lavoro inglese (5 milioni di persone), che sono lavoratori autonomi, e di oltre 900mila persone che lavorano a chiamata. Il governo ha previsto delle misure ma per i tempi burocratici molte persone non riceveranno nessun sussidio fino a giugno, chi ha iniziato a lavorare come autonomo alla fine dell’anno fiscale 2018-2019 non prenderà niente e chi è stato licenziato durante il Covid pure.

Su The Independent, ha sostenuto, che, oltre a investire nel National Health Service (Nhs, il sistema sanitario nazionale), bisogna varare uno Universal Basic Income (Ubi, reddito di base universale). Può spiegarci i dettagli della sua proposta e quali sono le probabilità che venga approvata?
L’Universal Basic Income funziona perché è molto semplice da realizzare. Daremmo a ogni adulto nel Regno Unito abbastanza denaro per mangiare, pagare l’affitto e le utenze domestiche. Senza obblighi, senza domande. L’Ubi sarebbe più universalistico di un sostegno ai salari dei lavoratori dipendenti perché coprirebbe tutti. Il sussidio invece non copre il rider, né i lavoratori autonomi. Il sussidio è una soluzione anni ’70 per un problema del 2020. Inoltre, se ricorri ai sussidi, hai bisogno di molta burocrazia e sarebbe un disastro. Se Trump sostiene una forma di Ubi, sotto la nostra pressione anche i Tories possono farlo.

Lo Universal Credit (Uc) è il sistema approvato sotto Cameron che ha assorbito le diverse forme di sostegno al reddito precedentemente esistenti, sottoponendo i beneficiari a condizionalità di stampo workfaristico. Il sistema è stato criticato come discriminatorio verso le minoranze, le persone disabili e le donne. In che modo un reddito di base potrebbe permettere di ripensare il welfare inglese?

La nostra proposta non intende rivedere il sistema di welfare inglese. L’Ubi può venire approvato solo come misura di emergenza da questo Parlamento dominato dai conservatori. Ma, dopo che la quarantena sarà finita, vorrei che il nostro crudele sistema dell’Universal Credit venisse sostituito da un sistema universalistico. Le persone pensano ai servizi universali soprattutto in relazione al Nhs, che infatti è l’istituzione più popolare del Regno Unito.

Pensa che i Tories stiano sfruttando la crisi di Covid per ridurre le libertà personali e approvare leggi autoritarie?

Sì, stanno già usando questa crisi per aumentare l’autoritarismo. Il disegno di legge sul Coronavirus – sebbene necessario – ha conferito poteri molto ampi al governo e alla polizia. Abbiamo ottenuto che la misura rimanga temporanea e venga vincolata a controlli costanti ogni sei mesi.

I remainers sono stati sconfitti, ma il progetto nazionalista e neoliberale della Brexit potrebbe uscire rafforzato da questa crisi. Il Covid può essere un’opportunità per rilanciare una lotta comune con i movimenti sociali europei e i partiti progressisti al fine di stabilire un reddito di base universale, ridurre il potere dei monopoli finanziari ed economici e garantire la libertà di movimento?

Gordon Brown, per evitare una crisi che sarebbe potuta esser ancora peggiore, nel 2008 ha contribuito a una risposta globale. L’occasione di cambiare il sistema finanziario andò però sprecata. Il Covid potrebbe favorire la rinascita dell’internazionalismo di sinistra e aprire a cambiamenti più radicali. Gli internazionalisti progressisti si stanno organizzando su tutto il continente: da Diem25 di Varoufakis a Génération.s di Hamon, da Zingaretti alle Sardine, c’è spazio per un movimento progressista europeo. In Regno Unito, non ho appoggiato nessuno dei tre candidati alle primarie del partito, perché auspico una sorta di direzione collegiale.