Economia

Il governo mistifica i dati sull’inflazione, i risparmi e i consumi

Il governo mistifica i dati sull’inflazione, i risparmi e i consumiIn un supermercato – Ansa

Io, patria e finanza Il vicepremier Salvini e il ministro al «made in Italy» Adolfo Urso equivocano l’ Istat e attribuiscono al governo un ruolo che non ha

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 6 gennaio 2024

Fino all’ultimo il ministro alle «imprese e al made in Italy» Adolfo Urso ha negato il prevedibile fallimento del «carrello tricolore», un’iniziativa ornamentale che ha fissato i prezzi per alcune categorie di beni alimentari solo per l’ultimo trimestre del 2023. Sebbene il suo governo lo abbia già cancellato il 4 dicembre scorso, smentendo gli stessi auspici della presidente del consiglio Giorgia Meloni che avrebbe voluto rinnovato in caso di «successo», ieri Urso è tornato a speculare sui dati sull’inflazione comunicati dall’Istat in un report preliminare sui prezzi al consumo di dicembre. «È un’ottima notizia per le famiglie italiane: l’inflazione in Italia è al minimo in Europa, pieno successo del “carrello tricolore”. Smentiti i profeti di sventura! – ha scritto su X (ex Twitter) – I dati Eurostat di oggi, secondo cui nel mese di dicembre l’Inflazione in Italia è scesa ancora ad appena lo 0,5%». Lo stesso ha fatto il vicepremier leghista Matteo Salvini secondo il quale il «2024 inizia con dati incoraggianti».

UN ALTRO REPORT dell’Istat, pubblicato ieri, ha alimentato un infondato entusiasmo per la riuscita delle politiche del governo. L’aumento congiunturale del potere di acquisto e della capacità del risparmio dovuto a un calo della pressione fiscale tra luglio e settembre 2023. il reddito disponibile è cresciuto dell’1,8%, i consumi dell’1,2%. Ciò sarebbe dovuto al taglio del cuneo voluto da Meloni & Co, scattato a luglio, e alla progressiva discesa dell’inflazione. Tuttavia siamo lontani dalla fase pre-covid, osserva l’Istat. Questo significa che da allora i salari non hanno più recuperato. Inoltre gli aumenti dei risparmi e dei consumi sono contro-bilanciati dall’inflazione persistente.

IL BISOGNO di cercare una ragione elettorale a una politica inconsistente ha spinto Salvini e Urso a scambiare la variazione mensile al ribasso dei prezzi dello 0,6% con quello annuale del 2023 (5,7%). Entrambi non hanno considerato che il rallentamento dell’inflazione avvenuto nell’ultimo anno (era all’8,1% nel 2022) è stato dovuto al calo dei prezzi dell’energia e non a quelli degli alimentari. Così facendo è stato attribuito al «carrello tricolore della spesa» la causa del rallentamento. Così non è perché sono i prezzi del «comparto alimentare» ad essere cresciuti nel corso dell’anno (+9,8% nel 2023, da +8,8% del 2022). Cioè proprio quelli che il suddetto «carello» avrebbe dovuto calmierare.

VA ANCHE ESCLUSO che l’inflazione in Italia sia «al minimo in Europa». I «prezzi al consumo», attesta l’Istat, sono appunto al 5,7%. Al netto delle «componenti volatili», cioè la cosiddetta «inflazione di fondo», è al 5,1%. In Francia è al 4,1%, in Germania al 3,8%, in Spagna al 3,3%. L’Eurostat, infine, ieri ha attestato che l’inflazione sta crescendo in Europa: a dicembre era al 2,9% dal 2,4% di novembre. Questa situazione non è mostrata nel grafico riportato nel tweet con il quale Urso ha comunicato il proprio pensiero. Nella politica spettacolo sui social media, che ha per oggetto quella economica, il fake è all’ordine del giorno. Difficile è leggere i dati. Questo è l’auspicio di chi governa. Ma sulla rete nulla sembra sfuggire. Più di un commento allo sfortunato messaggio ha criticato l’intento ingannevole di chi lo ha scritto. Anche le opposizioni si sono fatte sentire: «Sembra una parodia: fanno una cosa e accade l’esatto opposto» ha commentato Stefano Patuanelli (Cinque Stelle). «Uno zero-virgola in meno di inflazione spacciato come un successo, mentre l’esperienza quotidiana delle persone è fatta di prezzi che aumentano, di rinunce e di sacrifici» ha detto Debora Serracchiani (Pd).

C’È PIÙ DI UNA RAGIONE per sostenere la critica all’illusionismo statistico del governo sul «patto anti-inflazione». Le associazioni dei consumatori avevano già parlato di «una sceneggiata, uno spettacolo indecoroso, un flop». Altre, come Coldiretti, ieri hanno quantificato la «stangata» del caro-prezzi. Alle famiglie è costato nel 2023 circa 9 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Per il Codacons è costato in media 1.796 euro nell’ultimo anno.

SEBBENE IL «CARRELLO tricolore» non abbia funzionato, e per questo è stato cancellato, Urso agisce per un governo che cerca di attribuirsi «meriti» che non ha. Il calo dell’inflazione non è in alcun modo attribuibile alla sua azione, ma appunto al calo dei prezzi dell’energia e all’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Banca centrale europea da luglio 2022. Lo stesso che sta taglieggiando i salari e i risparmi. Danni che si aggiungono all’inflazione sui beni alimentari. Una politica recessiva che colpisce i lavoratori e le famiglie. Più volte è stata criticata dal governo Meloni, a cominciare dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, senza però cogliere le sue ragioni di classe. Tale politica «restrittiva» è stata decisa per tenere bassi i salari in maniera preventiva agitando lo spauracchio di un’inesistente «spirale» con l’inflazione. In realtà, com’è stato dimostrato in un ampio dibattito internazionale, l’inflazione è dovuta agli extraprofitti realizzati dalle imprese sin dalla pandemia, e ancora di più con le speculazioni sui prezzi delle materie prime.

IL RAPPORTO interessato e disinvolto con i dati economici del governo Meloni non è un errore. Risponde allo stesso schema politico della Bce, ma su scala nazionale: si tratta di minimizzare l’aumento colossale dei profitti e nascondere gli effetti sociali che ciò provoca sui salari e sui redditi. Non è l’unico, non sarà l’ultimo a farlo.

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