Il governo di Tripoli si è dimesso. La strada per il Governo di accordo nazionale (Gna) di Fayez el-Serraj ha la strada spianata. In un comunicato su Facebook si legge che l’esecutivo a maggioranza islamista si è sciolto per prevenire un ulteriore spargimento di sangue e ha chiesto a tutte le agenzie governative di rispettare l’autorità del Gna.

Di certo si tratta di un passaggio rilevante per l’insediamento di el-Serraj. Inizialmente il suo esecutivo, sbarcato a Tripoli scortato dalla Tunisia dalla marina militare italiana, aveva trovato la dura opposizione di Gwell. In pochi giorni però il premier islamista ha abbassato i toni, inizialmente si era detto che fosse pronto a lasciare Tripoli per Misurata. È possibile che la città della Tripolitania diventi la sua sede permanente per quella che doveva essere una «resistenza pacifica» che si è invece trasformata in una resa da parte del Consiglio nazionale generale alle volontà del governo unitario, sostenuto da Usa e Ue, e nato con la mediazione delle Nazioni unite.

Il Gna aveva ottenuto nei giorni scorsi il disco verde dell’Autorità libica per gli investimenti (Lia), della compagnia petrolifera Noc e della Banca centrale. Il presidente della Lia, Abdulmagid Breish, ha definito l’insediamento di al-Serraj «un importante sviluppo verso la stabilità e l’unità in Libia». La Lia gestisce asset per un valore che si aggira intorno ai 70 miliardi di dollari. In Africa ha un fondo specializzato con 14 miliardi di investimenti in banche, industrie e strutture alberghiere.

Durante l’ormai nota passeggiata di el-Serraj nel centro di Tripoli, il premier in pectore è stato salutato da slogan in suo favore ed è stato accolto in moschea dal gran muftì. Contemporaneamente, un gruppo di manifestanti aveva urlato invettive contro Gwell e il Cng, che pure continua a godere del sostegno di parte dell’esercito, di alcune milizie di Misurata e del cartello Alba (Fajr).

Anche l’inviato Onu, Martin Kobler, che dopo vari tentativi falliti è riuscito ad arrivare a Tripoli e visiterà Misurata e Tobruk, ha salutato con favore le dimissioni del governo tripolino. Secondo i media locali, avrebbe parlato di «buone notizie», aggiungendo che devono essere seguite «dai fatti». Anche gli esponenti del parlamento di Tobruk, il cui governo è guidato da Abdullah al-Thinni, si erano rifiutati di concedere il voto parlamentare a Fayez el-Serraj. Eppure nelle ultime ore le dichiarazioni dei deputati, sostenuti dal Cairo, sono state estremamente concilianti nei confronti del nuovo esecutivo che sta diventando sempre di più espressione di una sorta di governo federale che unisce le tre macro-regioni indipendenti di Tripolitania, Cirenaica e Fezzan.