Per il quarto anno consecutivo il manifesto ha chiuso il bilancio in utile: 397.308 euro. Un risultato dovuto all’impegno del collettivo e dei lettori, e naturalmente all’uso oculato dei contributi pubblici.

L’assemblea dei soci della cooperativa (tutti giornalisti e poligrafici) ha approvato all’unanimità il bilancio 2017 il 27 giugno.

L’anno scorso è stato molto importante per noi, il primo dopo il riacquisto della testata dalla liquidazione della cooperativa storica, il primo dunque in cui ci siamo potuti dedicare solo al giornale e al rilancio di tutte le nostre iniziative.

Abbiamo iniziato un lavoro nuovo. Nel corso dell’anno abbiamo pubblicato più di 71 inserti e supplementi tematici, la media è più di uno a settimana. Pubblicazioni che si sono aggiunte ai dorsi storici come Alias, Alias Domenica e Le Monde diplomatique.

Uno sforzo editoriale, politico e culturale a tutto campo: dal fumetto popolare di Alias Comics ai fascicoli per i cento anni della Rivoluzione d’Ottobre, dall’approfondimento periodico sull’ambiente (con l’ExtraTerrestre del giovedì) e sull’outdoor (in movimento) al libro di papa Francesco Terra, casa, lavoro. Un progetto editoriale destinato ad allargare il pubblico del giornale e a intrigare chi ci segue da tempo con un catalogo più ricco di punti di vista e di approfondimenti.

Tale percorso ha presentato luci e ombre a seconda della pubblicazione. Nel complesso, tuttavia, ha sostenuto i ricavi da edicola e da pubblicità non aggravando i costi di produzione. Una condizione che cerchiamo di tenere sempre ben presente.

FIDUCIA NEL FUTURO

Nel corso di quest’anno, come avete visto e vedrete ancora nei prossimi mesi, questa sperimentazione di nuovi prodotti è stata messa a fuoco su pubblicazioni mirate che sviluppano e consolidano il progetto politico del manifesto, sia su carta che su digitale.

Accanto all’ampliamento dell’offerta, abbiamo voluto aggiungere la scommessa di tornare da giugno in edicola in Sicilia e Sardegna. Nonostante costi proibitivi, dai primissimi riscontri in edicola forse potrebbe diventare qualcosa di più di una parentesi estiva (forse, perché prenderemo una decisione definitiva soltanto a settembre).

Da qui a fine anno potenzieremo il lavoro sul sito, con un piano editoriale misurato ma ambizioso, che porterà a un arricchimento permanente dell’offerta digitale.

Oggi la cooperativa del manifesto fa più cose e ha i conti in ordine.

È più solida e più patrimonializzata: i lavoratori hanno aumentato volontariamente le proprie quote triplicando il capitale sociale portandolo oltre i 135mila euro. Mentre il patrimonio netto, incluse le riserve, sfiora ormai i 2 milioni di euro.

[do action=”citazione”]Il giornale è in utile: più di 70 supplementi, il nuovo settimanale ambientalista, il periodico outdoor, lo sbarco nelle edicole di Sicilia e Sardegna, i progetti futuri[/do]

Come noto, infatti, la cooperativa, è non profit, cioè non distribuisce utili ai soci.

Tutto ciò che realizziamo aiuta a rafforzare il giornale. La nostra fiducia nel futuro aumenta, dunque.

Ma ogni avventura editoriale incontra i suoi ostacoli.

Oltre alle difficoltà della sinistra – che richiederebbero una monografia a parte – il nostro cammino comune vede due gravi pericoli di fronte a sé. Entrambi potenzialmente esiziali per le sorti di questa impresa-giornale-forma originale della politica (come recita il nostro statuto).

CRISI DELLA PUBBLICITÀ

Il primo è il calo drammatico della raccolta pubblicitaria.

Oltre a tutto il resto, infatti, alla fine dell’anno scorso la nostra storica concessionaria di pubblicità Poster è andata in liquidazione, e le già magre entrate pubblicitarie previste (427mila euro, molto meno del 10% dei ricavi caratteristici del giornale) hanno visto una perdita per fatture non pagate superiore a 300mila euro.

I conti perciò sono semplici: al 90% il manifesto è in piedi grazie alle vendite e agli abbonamenti, cioè grazie ai suoi lettori.

È in piedi però anche per i rimborsi pubblici dovuti ai contributi editoria della presidenza del consiglio, che l’anno scorso sono stati pari a 3,2 milioni di euro.

Ricordiamo a chi non vuol capire, che questi contributi pubblici sono rimborsi parziali di spese effettivamente sostenute e documentate (con bonifici e fatture tracciabili) solo per alcune voci: l’acquisto della carta, la stampa, la distribuzione e gli stipendi del personale a tempo indeterminato e in regola con i contratti nazionali. Rimborsi che arrivano l’anno successivo a quello di spesa effettiva.

A questi si aggiunge un contributo di qualche centesimo di euro per ogni copia effettivamente venduta in edicola o in abbonamento digitale.

CONTRIBUTO PUBBLICO

È evidente che il contributo pubblico per un giornale che di fatto è il più penalizzato in assoluto dal mondo della pubblicità è oggettivamente un’entrata fondamentale per sostenere il presente e pianificare il futuro.

Ci auguriamo perciò che il nuovo sottosegretario all’editoria Vito Crimi voglia cogliere l’opportunità di comprendere realmente il significato e l’impatto positivo del sostegno pubblico ai giornali in cooperativa e non profit. Perché disboscare (molto è stato, per fortuna, già fatto) e moralizzare l’uso di finanziamenti pubblici in nessun modo può somigliare a una formale difesa del pluralismo contro una sostanziale censura politica.

[do action=”citazione”]Cooperativa non-profit, poca pubblicità e i conti in ordine. Una parte dei costi di stampa sono coperti dai contributi all’editoria. Pensati per chi, come noi, vive senza padroni[/do]

In conclusione, nonostante le mille peripezie, il manifesto è in edicola senza interruzioni dal 1971 a oggi soprattutto grazie al suo pubblico.

Lettori che non solo condividono una visione del mondo ma che scommettono sulla lettura critica della realtà e sulla possibilità della sua trasformazione.

UNA COOPERATIVA VERA

Dal punto di vista strettamente economico, una cooperativa non remunera il profitto di un padrone ma il lavoro dei suoi soci lavoratori.

Oggi come allora, gli stipendi del giornale sono al minimo contrattuale e uguali per tutti a parità di orario. Oggi come allora il giornale è autogestito da chi lo fa ed elegge democraticamente i propri amministratori e la sua direzione. Ciò che diciamo di essere nella testatina in alto in prima pagina proviamo anche a farlo concretamente tra di noi.

Dimostriamo ogni giorno che un’informazione critica, libera, autogestita e di qualità è possibile.

Ci misuriamo da sempre con forze più grandi di noi.

Di volta in volta nel corso degli anni ci siamo fatti scialuppa o vascello pirata. E oggi, mentre il mondo sembra precipitare in una crisi senza fine, il manifesto deve rinnovare il suo storico patto con i lettori.

Un giornale per voi e basta. Senza compromessi, padrini o padroni.

La crisi della pubblicità e le ombre del governo devono portarci a raddoppiare gli sforzi per la nostra autonomia e resistenza. Dobbiamo essere sempre un passo avanti, sia su carta che su digitale, scartare dal quadro esistente ogni volta che si presenta l’occasione.

UN GIORNALE PER VOI

Da soli non potremo mai farcela. Abbiamo bisogno di voi. Di trovarvi in edicola e dei vostri abbonamenti.

Con voi al vostro fianco, infatti, nessun traguardo è lontano. Leggeteci e abbonatevi.

Può sembrare poca cosa ma è il primo vero passo per la nostra comune «rivoluzione quotidiana».