I problemi per Donald Trump al tempo del Covid-19 si affollano. Il New York Times ha pubblicato un documento interno della Casa bianca che mostra un modello in cui si prevede, per gli Stati uniti, quasi un raddoppio delle morti quotidiane a causa dell’epidemia di coronavirus entro il primo giugno, ora che il Paese ha iniziato a riaprire, nonché un rapido aumento delle infezioni giornaliere.

Il documento ha sollevato molto scalpore perché – mentre Trump preme sugli Stati per fare ripartire le economie le loro economie – la sua amministrazione proietta privatamente per le prossime settimane un costante aumento delle infezioni da coronavirus e dei decessi causati proprio da queste riaperture.

Le proiezioni sono basate sui dati raccolti da varie agenzie, tra cui i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. Al momento negli Stati uniti si sono registrati 1.750 decessi al giorno, per il primo giugno si prevede che salgano a 3.000.

Per evitare smentite e polemiche, la Casa bianca ha emesso un promemoria che proibisce ai membri della task force per il coronavirus di testimoniare al Congresso e ha imposto dei limiti anche per il numero di testimoni che le agenzie di risposta alla pandemia, come il Dipartimento della salute e dei servizi umani, possono fornire.

La portavoce democratica della Camera Nancy Pelosi non è stata felice di questa decisione e ha affermato che i membri del Congresso, che stanno decidendo cosa fare con i trilioni di dollari messi sul tavolo per la risposta all’epidemia, hanno il diritto di saperne di più sulla situazione, in modo da prendere le decisioni migliori per il Paese.

Tra quelli a cui era stato proibito di testimoniare davanti al sottocomitato della Camera che avrebbe dovuto sentirlo questa settimana, c’era proprio Anthony Fauci, il più grande esperto statunitense di malattie infettive e membro della task force contro l’epidemia della Casa bianca. A smentire la Casa bianca, però, ci sono anche i servizi.

In una rara dichiarazione pubblica le agenzie di intelligence degli Stati uniti hanno dichiarato di essere d’accordo con «il diffuso consenso scientifico» sul fatto che il nuovo coronavirus «non è stato creato dall’uomo o geneticamente modificato», anche se stanno indagando se abbia avuto origine in un laboratorio cinese di Wuhan.

Anthony Fauci, da parte sua, ha sferrato il più colpo più duro, smentendo le teorie care a Trump sul fatto che il Covid-19 sia stato creato dall’uomo o rilasciato accidentalmente da un laboratorio cinese. Nell’ambito di una lunga intervista con il National Geographic, Fauci ha affermato che le ricerche disponibili indicano che il virus si è evoluto naturalmente.

«Se si guarda all’evoluzione del virus nei pipistrelli, e ciò che è là fuori ora, porta a pensare che non avrebbe potuto essere manipolato artificialmente o deliberatamente, ma è il modo in cui le mutazioni si sono evolute naturalmente», ha detto Fauci.

Allo stesso modo ha respinto le teorie secondo le quali il virus sarebbe stato accidentalmente rilasciato da un laboratorio dove veniva studiato, scatenando così la pandemia.

Le affermazioni di Fauci non sono una bella notizia per l’amministrazione Trump che continua ad affermare di avere prove, per ora mai mostrate, di una responsabilità di Pechino, più o meno proattiva nella diffusione della pandemia di Covid-19.