“Venticinque anni possono bastare. Basta guerre”. Con questo slogan, che aprirà i cortei di Roma e Milano, sabato 16 gennaio in occasione del venticinquesimo anniversario della prima Guerra del Golfo (1991), attivisti sociali, antimilitaristi, sindacalisti e organizzazioni della sinistra radicale scenderanno in piazza per dire No alla guerra che sta caratterizzando questo primo quindicennio del XXI Secolo.

Due i cortei principali: uno a Roma (ore 15.00 da Piazza Esquilino fino a Piazza Madonna di Loreto), l’altro a Milano (ore 15.00 Piazza San Babila fino alla Darsena).

Altre manifestazioni locali sono previste a Sigonella davanti alla base militare Usa (domenica 17 gennaio), a Trieste e a Vicenza davanti alla base militare del Dal Molin.

La giornata di mobilitazione è stata lanciata lo scorso 21 novembre dalla Piattaforma Sociale Eurostop nel corso della sua prima assemblea nazionale. Eurostop nasce per rompere con quelli che definisce i “piloti automatici” – l’Unione Europea/Eurozona e la Nato – che stanno provocando una politica antipolare di austerity e crescenti pericoli di guerra. Si tratta di due apparati sovranazionali che trascinano i paesi aderenti dentro scelte pericolose e antisociali ormai visibili a tutti. La costituzionalizzazione dello stato d’emergenza in Francia indica come il clima di guerra cominci a ipotecare seriamente gli spazi democratici nei paesi coinvolti.

Pullman sono previsti da Piemonte, Veneto, Emilia Romagna per Milano e da Campania e Puglia per Roma. Tra le adesioni spiccano quelle del Movimento No Tav, dell’Unione Sindacale di Base, di reti come Noi Saremo Tutto e Noi Restiamo e di organizzazioni politiche come Ross@, Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti in Italia, Rete dei Comunisti, alcune aderenti alla Piattaforma Sociale Eurostop, altre no o partecipanti con posizione autonome.

La guerra in corso sono in realtà più fronti di guerra derivanti dall’accresciuta competizione globale e dalla crisi economica dentro cui si innescano scontri di carattere geopolitico e interventi militari delle varie potenze – globali o regionali – sui vari teatri.

Dal gennaio 1991 l’elenco di guerre e interventi militari in cui è stata trascinata l’umanità è lungo: Iraq, Somalia, Jugoslavia, Afghanistan, Cecenia, Palestina, Libano, Georgia, Libia, Siria, Yemen, repubbliche africane, interventi che hanno provocato più instabilità che pace e più destabilizzazione che democrazia.

Alla luce di quello a cui si assistito in questi venticinque anni, ce n’è abbastanza per dire con forza: basta guerre.

Alla manifestazione hanno aderito molte personalità politiche ed intellettuali tra cui lo scrittore Valerio Evangelisti, il giuslavorista Antonio Distasi, il filosofo Gianni Vattimo, i sindacalisti Giorgio Cremaschi e Fabrizio Tomaselli, Nicoletta Dosio, Alberto Perino della NO TAV della Val di Susa, il professor Luciano Vasapollo ed infine il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.